‘Il salotto di Marcia Sedoc’ ospita Mamadou Inapogui

Marcia,   è un onore essere  ospite nel tuo salotto. Come sai sono nato nella repubblica della Guinea Conakry. Per esattezza a Macenta,  nel profondo sud del paese. Sono un uomo della foresta e sono molto legato alla mia terra nonostante la mia parte italiana non indifferente. Diciamo che il paese si sta avviando verso una timida democrazia anche se molte riforme debbano ancora essere fatte: la scuola, l’Università,  la sanità ed altro. Ma intanto possiamo eleggere,  il  che non è cosa di poco conto. Come si dice in gergo anglossassone,  thank god!

A parte queste premesse cosa c’è di nuovo?

Innanzitutto voglio dire che mi ritengo fortunato. E’ la mia natura e  riesco quasi sempre ad adattarmi ed a rispettare l’ambiente che mi ospita.  Roma è la mia città, ed a Roma  e  ho fatto l’Universita,  gli eventi e tante altre belle esperienze e soprattutto le belle persone che mi circondano. Sul lato degli eventi ne ho fatti tanti, tra  Palazzo ferraioli, Palazzo Rospigliosi, Villa Brasini,   Spazio 900 e tantissime location di prestigio. L’ultima sfida è quella di promuovere l’arte,  la cultura,   la storia e la musica Africana nel bel Paese. Voglio creare  intorno agli Eventi un polo di aggregazione socio culturale ed economico, in modo da favorire gli scambi bilaterali tra l’Italia ed i singoli paesi africani.

Cosa hai in programma attualmente?

Sabato 10 di dicembre prossimo alle ore 22 saremo presenti allo Sheraton Roma Hotel & Conference Center con  dj afro e r’nb e hip hop,  a seguire fino alle 5 del mattina. Sarà musica africana con la stella della canzone Sekouba Mandeng. Venite a  sentire la voce calorosa e sensuale di questo enfant prodige.  Per la  storia  egli ebbe il compito di sostituire il più grande   cantante che la Guinea avesse mai conosciuto prima, Aboubacar Demba Camara,  tragicamente morto durante una mia tournée in Senegal appena arrivati in aeroporto.  Il suo gruppo rimane orfano del suo cantante per quasi 10 anni e  il piccolo Sekouba si era fatto già notare nella sua città.   Il presidente della Repubblica di allora lo fa chiamare e lo inserì nel gruppo. Il giovanissimo si conquistò  subito  la simpatia e l’ammirazione dei musicisti che per la sua venuta  si sentono rinascere.   Solo che sorge un piccolo problema di omonimia perché  il chitarrista emblematico del gruppo si chiama Sekouba Diabate come lui. Quando intendono chiamare l’uno si gira l’altro, o a volte si girano entrambi.  Un giorno il chitarrista decide di mettere fine a questa confusione associando al nome del cantante ‘Sekouba bambino’,  in quanto è  il più piccolo tra i due.  In seguito ‘Sekouba bambino’ diventerà    il suo nome d’arte.

Marcia Sedoc

MAMADOU VOLANTINO copia   cs5-11-07-151

 

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