Come previsto, subito dopo il suo insediamento da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha firmato decine di ordini esecutivi, cioè decreti presidenziali con effetto immediato. Hanno riguardato temi diversissimi, tra cui politiche molto più rigide e restrittive sull’immigrazione, la sospensione del blocco di TikTok e il ritiro dagli accordi di Parigi sul clima. Trump ha anche dato la grazia a centinaia di persone coinvolte nell’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021.
È prassi che il presidente degli Stati Uniti cominci il suo mandato firmando ordini esecutivi, ma nella storia statunitense non era mai successo che nel primo giorno se ne firmassero così tanti: circa 50, che comprendono anche la revoca di circa 80 ordini esecutivi firmati dal suo predecessore Joe Biden.
Donald Trump tornando alla Casa Bianca fa un programma ambizioso, pronto a ridisegnare gli equilibri interni e globali. Per Trump e il suo team, il primo giorno è più di una semplice ripartenza: è l’inizio di una rivoluzione amministrativa che toccherà ogni settore, dall’immigrazione all’energia, fino alle relazioni internazionali.
Tra le azioni più rilevanti, spiccano provvedimenti sull’energia, l’immigrazione e la politica commerciale. Trump ha annunciato più di cento direttive solo nel primo giorno di mandato. “Vi girerà la testa quando vedrete cosa succederà”, aveva promesso durante la campagna elettorale. E non ha avuto tutti i torti.
Il presidente ha dichiarato che firmerà ordini per rilanciare la produzione di energia domestica, tagliando regolamentazioni considerate d’intralcio. Tra le misure previste, il blocco dei progetti eolici offshore sulla costa orientale e il ripristino del progetto Keystone Pipeline.
L’amministrazione punta anche a ridimensionare le politiche di promozione delle auto elettriche, favorendo invece i combustibili fossili. Gli incentivi per i veicoli elettrici introdotti dall’amministrazione precedente verranno revocati, con l’intento di rilanciare l’industria tradizionale.
Secondo fonti vicine al governo, il team del presidente intende abolire il credito d’imposta federale di 7.500 dollari per i veicoli elettrici e interrompere gli investimenti per la rete di ricarica. Si valuta anche di bloccare l’importazione di materiali e componenti per batterie provenienti dalla Cina, spingendo le aziende americane verso una produzione interna. Questo cambiamento sta già influenzando i piani dei costruttori automobilistici, molti dei quali stanno ridimensionando gli investimenti nell’elettrificazione.
Paradossalmente le misure avranno un impatto anche su Tesla, di Elon Musk, anche se al momento sembrerebbe più impegnato ad esultare per la nuova amministrazione, e per il ruolo che avrà al suo interno.
La mossa di Trump sulle auto elettriche potrebbe avere un impatto anche in Italia, dove diverse aziende automobilistiche ed energetiche collaborano con il mercato statunitense. La revoca degli incentivi potrebbe ridurre la domanda di componenti per auto elettriche prodotte da fornitori italiani, mentre l’accento sui combustibili fossili potrebbe creare nuove dinamiche nei mercati internazionali dell’energia, influenzando indirettamente i prezzi e le politiche industriali nel nostro Paese.
Washington volta le spalle agli accordi di Parigi sul clima e all’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Con un ordine esecutivo, il presidente concede l’amnistia a circa 1.500 persone coinvolte negli eventi di Capitol Hill. La decisione riguarda anche membri di gruppi estremisti condannati a pene severe e che avevano protestato per la mancata elezione di Trump. La mossa per questa specifica decisione ha sollevato reazioni forti, con l’opposizione che la considera una ferita per il sistema giudiziario.
A livello diplomatico è piuttosto aggressivo. La nuova amministrazione reinserisce Cuba nella lista degli Stati sponsor del terrorismo. Contemporaneamente, vengono eliminate le sanzioni contro i coloni israeliani in Cisgiordania. Per dare un contesto, si tratta di cittadini israeliani che risiedono in comunità costruite nei territori palestinesi occupati da Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967. Questi insediamenti, incentivati dal governo di Israele, sono considerati illegali dalla comunità internazionale e rappresentano uno dei principali ostacoli al processo di pace tra israeliani e palestinesi. Inoltre, l’espansione degli insediamenti spesso avviene su terre private palestinesi.
Tagli alle assunzioni, fine del lavoro a distanza (lo smartworking è lo spauracchio di tutti i ceo) e licenziamenti mi rati sono tra i primi interventi decisi dal governo federale. L’obiettivo dichiarato è snellire la macchina burocratica e garantire personale più efficiente e vicino alle esigenze del Paese.
Lo aveva detto già in campagna elettorale, siamo preparati. Un’imposta del 25% sui beni provenienti da Canada e Messico è pronta a scattare. Il provvedimento, secondo la Casa Bianca, mira a contrastare flussi migratori incontrollati e traffici illeciti.
Una nuova direttiva cambia le regole sulla cittadinanza, negandola automaticamente ai figli nati sul suolo americano da genitori irregolari. Il provvedimento ha già aperto la strada a contestazioni legali.
Nelle metropoli, le operazioni mirate dell’Ice prenderanno di mira migranti privi di documenti, soprattutto con precedenti penali. Le azioni includono negoziati per ripristinare il programma Remain in Mexico, che obbliga i richiedenti asilo a restare in territorio messicano durante l’iter burocratico.
Le agenzie federali tornano a utilizzare il sesso biologico come unico criterio per la classificazione nei documenti ufficiali, escludendo riferimenti all’identità di genere. La nuova normativa include modifiche per passaporti e certificazioni pubbliche.
Rinomina geografica e simbolica
Il motto “Make America Great Again” passa anche per le denominazioni geografiche, e il continente americano deve essere percepito unicamente di proprietà statunitense, anche se non è così. Per questo, il Golfo del Messico cambia ufficialmente nome diventando (per gli Usa) il “Golfo d’America”, mentre il Monte Denali in Alaska torna a chiamarsi Monte McKinley, in omaggio a un presidente storico. Questi cambiamenti saranno recepiti su mappe e documenti federali.
Trump ha graziato più di 1.500 persone che erano state arrestate per l’assalto al palazzo del Congresso del 6 gennaio del 2021, quando migliaia di suoi sostenitori cercarono con la forza di bloccare la proclamazione di Joe Biden come nuovo presidente. La grazia ha riguardato quasi tutte le persone accusate dell’attacco e le loro cause dovranno essere archiviate dal dipartimento di Giustizia. Per sole 14 persone Trump ha ordinato invece una riduzione della pena: sono nove membri degli Oath Keepers e cinque dei Proud Boys, due organizzazioni di estrema destra, che secondo i giudici quel giorno si comportarono come milizie e furono fra i principali animatori degli attacchi violenti. Le riduzioni della pena comunque porteranno alla loro scarcerazione e Trump ha detto di poter considerare in futuro di estendere la grazia.
Tra i principali ordini esecutivi alcuni hanno riguardato l’immigrazione: come aveva già fatto nel 2019, Trump ha dichiarato lo stato di emergenza al confine meridionale col Messico, che gli permetterà di sbloccare alcuni fondi federali per ampliare il muro e attuare politiche di respingimento più severe. Ha bloccato temporaneamente l’ingresso di tutti i richiedenti asilo al confine e ha istituito nuovamente l’obbligo di attendere in Messico che la propria domanda venga esaminata. Ha inoltre firmato un ordine esecutivo con l’intento di non dare più la cittadinanza statunitense ai bambini nati su suolo americano da persone migranti senza permesso di soggiorno: difficile però che la misura abbia effetti, visto che questo è un diritto protetto dalla Costituzione.
Trump ha firmato un ordine esecutivo in cui ha affermato che esistono solo due generi, quello maschile e quello femminile, «per proteggere le donne dall’ideologia gender». Ha eliminato anche a livello federale i cosiddetti programmi di diversità, equità e inclusione (sintetizzati con l’acronimo inglese “DEI”), che erano stati introdotti per tutelare i gruppi minoritari nelle procedure di assunzione e nella formazione, ma che nel corso del tempo erano stati criticati da più parti.
Trump ha firmato una direttiva in cui ha ordinato di rinviare l’attuazione del cosiddetto “TikTok ban”, una legge che obbligava la società cinese ByteDance a vendere il social network a un acquirente non legato al governo cinese, e in caso contrario il blocco della app negli Stati Uniti. La legge prevedeva che la vendita dovesse avvenire entro il 19 gennaio, e per alcune ore quel giorno il social era stato effettivamente irraggiungibile nel paese: era tornato attivo proprio dopo che Trump aveva promesso la firma dell’ordine esecutivo per sospendere il blocco.
Altre misure
Trump ha firmato il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Come promesso ha anche ordinato il cambio del nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America”, e quello del Monte Denali, che si trova in Alaska, in Monte McKinley.