‘Il rigore che non c’era’, di Federico Buffa, Teatro Brancaccio di Roma

Se l’arbitro fischia un calcio di rigore, qualcuno dovrà tiralo e qualcun altro dovrà provare a pararlo. Immaginate voi come nominare quell’indecifrabile meccanismo grazie al quale si è nell’impossibilità di fallire e nella sua ineluttabilità tragica rende protagonisti, a volte anche eroi. Noi, al Brancaccio, abbiamo scelto: lo chiameremo calcio di rigore.
Chi decide gli attori della tragedia è la Storia, il Fato, il Destino; non si è mai protagonisti per scelta, secondo Federico Buffa ne “Il rigore che non c’era”, il 25 novembre, unica data romana del tour.
Nemmeno lo stesso Buffa, Marco Caronna regista e attore, il pianista Alessandro Nidi e la bellissima voce di Jvonne Giò pare siano sul palco per scelta propria. Sono intrappolati, senza via d’uscita, costretti a raccontare, nella maniera dei cantastorie, gesta circa uomini e donne “obbligati” a rendersi indimenticabili.
È il destino involontario de “El Gato Diaz”, portiere ultraquarantenne della Estrella Polar, capelli pieni di brillantina, forzato a dover parare il rigore più lungo della storia. Stralunato, dopo aver chiesto ingenuamente <ma cosa cambia per me? >,pretende, in cambio del miracolo, la mano della rubia Ferreira.
È destino romantico di Renè Houseman, argentino anch’egli, diventato campione del mondo nonostante abbia fatto di tutto nella vita per non essere un calciatore.
È il destino del quarto figlio di una madre portoghese che non lo voleva perché troppo povera e con un marito alcolizzato alla quale un medico obiettore negò l’aborto.
Il destino di Elis Regina, Billie Holiday, Ringo Star (imprudentemente considerato un pessimo batterista) di Garrincha,
Tommie Smith e John Carlos, persino di Winston Churchill, Fujimori e Nelson Mandela.
A tutti questi, sembra che in un giorno della loro vita un arbitro chiamato Fato abbia fischiato nelle orecchie ed indicato il dischetto: qualcuno dovrà calciare e qualcun altro dovrà provare a parare.
Nell’impossibilità di fallire, la circostanza ineluttabile, tragica, li ha resi protagonisti… a volte anche eroi. Che lo abbiano segnato, sbagliato o parato non hanno indietreggiato; proprio come “el Gato Diaz”.
Que será, será, Whatever will be, will be, The future’s not ours to see, Que será, será… What will be, will be.
Marco Marassi

Circa Redazione

Riprova

Concluse a Roma le finali nazionali del Concorso di Lingue “Columbus”. Oltre 1.000 studenti partecipanti e 70 i finalisti

ROMA. Si sono concluse a Roma le finali nazionali della seconda edizione del Concorso di …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com