Mettendo un attimo da parte le elezioni regionali che sono tutta altra cosa rispetto alle politiche, vediamo di analizzare l’ opinione che si è diffusa fra gli osservatori politici, che la sinistra italiana ed in particolare il PD, non ha ancora le carte per battere il centrodestra alle politiche del 2027. Molti ritengono che la segreteria Schlein abbia radicalizzato le posizioni, spostando l’asse troppo a sinistra. Altri ancora osservano che un’ aggregazione di forze, il cosiddetto campo largo che spesso si restringe nelle urne, è tenuta insieme solo per opporsi al governo guidato da Giorgia Meloni. Ciò che però appare in tutta la sua evidenza e non è contestabile, è che l’ opposizione trasmette al proprio elettorato un’ immagine che testimonia una delle tante anomalie, tutta italiana. Il governo in carica ormai da tre anni , sembra godere di buona salute, nonostante non abbia fatto molto per migliorare la vita ai cittadini, e di questo passo, e qui l’anomalia nostrana, potrebbe avviarsi a vincere anche nel 2027. Certo molto dipenderà dalle opposizioni , soprattutto se non cambieranno il passo. Tornando all’ anomalia italiana, oggi in tante democrazie Europee chi vince le elezioni, dopo poco tempo è pronto per essere sconfitto. In Italia oggi , a quanto pare, questa regola non vale . È tutto merito della capacità di governo di Giorgia Meloni o della incapacità dell’ opposizione di presentarsi come una forza responsabile di governo? Oggi la gran cassa mediatica che gira intorno ai partiti sembra voler convogliare l’ attenzione degli elettori, quasi fossero dei pacchi da spostare a secondo dell’ occorrenza , sui i leader. A sinistra tutto su Conte, Schlein, Landini , Bonelli, Fratoianni ecc. E questi leader decidono dove spostare gli elettori. Ma gli elettori hanno le loro idee, le loro abitudini, i loro interessi e di questo i leader se ne devono convincere. Se guardiamo in casa del PD sembra che i suoi elettori siano indifferenti al fatto che il partito rimanga all’ opposizione per la prossima legislatura. Se così non fosse la linea della segreteria Schlein, mai cambiata dalla sua elezione ad oggi, avrebbe subito forti opposizioni all’ interno. Ma è sotto gli occhi di tutti che ciò non è avvenuto e questo spiega il fatto che l’ala riformista, abituata a stare al governo, si sia ridotta al lumicino. Non c’ è dubbio che pesa anche il processo di radicalizzazione a sinistra nonché quello di polarizzazione in atto in tante democrazie occidentali, Usa in prima fila. Ma nel caso italiano forse negli elettori del PD pesa la storia e in quelli più avanzati nell’ età, anche una certa nostalgia, di quando il PCI , per decenni rimase all’ opposizione. In quegli anni i suoi elettori erano affezionati e continuavano a votarlo imperterriti nonostante la prospettiva di governo fosse una chimera. Credevano o almeno facevano finta di credere alle promesse di cambiamenti epocali. Quel passato pesa sul presente e per tanti elettori, ieri come oggi, è quasi comodo stare all’ opposizione, senza sporcarsi le mani con la gestione del potere. Stare all’ opposizione lì fa sentire più puliti. Quindi un partito che si sovrappone al partito e la radicalizzazione piace. A questo punto il PD che si propone come forza di governo deve prima cercare consenso tra i propri elettori, soprattutto in un periodo difficile come questo che stiano vivendo, contrassegnato da una situazione internazionale molto complessa e delicata. Non a caso secondo alcuni autorevoli esponenti del PD , non è ancora il tempo di dotarsi di una leadership centrista . Possiamo concludere che al momento il PD soddisfa il suo elettorato tradizionale ma non è in grado o meglio non ha messo in campo idee per attrarre nuovi elettori.
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