Il Parlamento in seduta comune elegge i 4 giudici mancanti nella Corte Costituzionale

Dopo 460 giorni di vacatio, torna l’agognato plenum nella Consulta. Finalmente trovata l’intesa al tredicesimo tentativo il Parlamento in seduta comune ha eletto i quattro giudici costituzionali che rimpiazzano Silvana Sciarra, Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperretti. I nuovi giudici sono Massimo Luciani di area Pd (505 voti) Roberto Cassinelli, area Forza Italia (503 voti), Maria Alessandra Sandulli, tecnico indipendente ( 502 voti) e Francesco Saverio Marini, quota FdI (500 voti). Sei i voti dispersi, 10 le schede bianche, 4 le nulle. Nei prossimi giorni i nuovi giudici presteranno giuramento dinanzi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed entreranno formalmente in carica.

A senatori e deputati, l’indicazione definitiva sui nomi da votare é arrivata poco prima dell’inizio della seduta a Montecitorio con un sms sui telefonini. È stato Cassinelli avvocato 69enne, genovese, dal profilo inossidabile, proposta dal ministro Tajani a sbloccare l’impasse che soprattutto fra le file azzurre avevano ritardato l’accordo. Su Marini, Luciani e Sandulli, tutte le forze politiche avevano già concordato.

La quadra è stata trovata grazie al lavoro di tessitura tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria dem Elly Schlein che, alla vigilia del voto, avrebbero avuto un colloquio. Per tutto il giorno si sono registrati incontri all’interno del centrodestra e contatti fitti fra maggioranza e opposizione. La premier – si legge in una nota – ha espresso la propria soddisfazione “per l’ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari, che ha consentito la contestuale elezione dei quattro componenti e la ricostituzione del plenum della Consulta”. Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, subito dopo lo spoglio, ha rivolto le sue congratulazione ai quattro neoeletti giudici della Corte Costituzionale. “Chiamati – ha detto – a garantire la tutela dei valori fondanti della nostra Repubblica e dei principi democratici“.

“L’accordo trovato tra maggioranza e opposizione – scrive su X il ministro Tajani – rappresenta un bel segnale per la democrazia. Si rafforza l’efficienza dei lavori della Corte Costituzionale, per favorire una sana collaborazione tra le diverse Istituzioni dello Stato e sempre nell’interesse dei cittadini”.
“Bene il voto di oggi sulla Corte Costituzionale”, ha detto Elly Schlein, “l’accordo ha tenuto con grande compattezza, sia dell’opposizione che della maggioranza, molto bene, c’è molta soddisfazione”. Il ministro Luca Ciriani ha ringraziato i presidenti delle Camera e tutti i parlamentari tutti per il loro impegno”.

Chi sono i quattro giudici della Corte Costituzionale
È Francesco Saverio Marini il più giovane del quartetto. Figlio d’arte dell’ex presidente della Corte costituzionale Annibale Marini, ordinario di Diritto pubblico a Tor Vergata, dal gennaio 2023 è consigliere giuridico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Da qui la sponsorizzazione della premier per l’altissimo profilo professionale. Di fede cattolica, il costituzionalista ha solidi rapporti con il Vaticano, tanto da essere stato nominato giudice istruttore e giudice dell’esecuzione civile presso il Tribunale della Città del Vaticano nel gennaio 2023.

Massimo Luciani, candidato d’area Pd, è un giurista apprezzato trasversalmente dai colleghi e dalle forze politiche. Un “vero gigante” del costituzionalismo, secondo la definizione di molti in questi mesi di stallo tra i partiti. Accademico dei Lincei nonché Presidente della Commissione bioetica dell’Accademia, Luciani è professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico alla Sapienza di Roma.

Roberto Cassinelli (Genova, 10 dicembre 1956) è l’unico politico dei nuovi giudici costituzionali. Aderì giovanissimo al Partito liberale per poi passare a Forza Italia fin dalla nascita nel 1994. Per più legislature parlamentare azzurro, ha svolto per trent’anni la libera professione di avvocato come patrocinante presso la Corte di Cassazione. Per due mandati consigliere dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Genova, da parlamentare si è concentrato prevalentemente sui temi della giustizia e del diritto delle nuove tecnologie.

Napoletana doc, figlia d’arte come Marini, Alessandra Sandulli porta a quota 9 il numero delle donne elette a Palazzo della Consulta. Si è formata alla ‘scuola’ paterna come allieva di Aldo Mazzini Sandulli. È stata tra i docenti firmatari contro la riforma costituzionale targata Casa delle Libertà nel 2005. Iniziativa che le costò l’ingresso nella Consulta bel 2014, quando il suo nome fu proposto dall’allora premier e segretario Pd Matteo Renzi in tandem con Silvana Sciarra in quota centrosinistra. Ordinaria di Diritto Amministrativo, è titolare degli insegnamenti Diritto Amministrativo e Giustizia amministrativa presso l’Università degli Studi Roma Tre.

Un applauso liberatorio dei deputati e senatori ha sottolineato il superamento maggioranza dei tre quinti dei componenti dell’Assemblea, pari a 363 voti, necessaria per l’elezione. Con il sollecito giuramento di insediamento al Quirinale dei quattro giudici Costituzionali, sui cinque di nomina parlamentare, si ripristina e completa l’assetto del plenum della Consulta, da sette mesi ridottosi via via fino al limite del numero legale. Una essenziale pienezza del plenum della Corte Costituzionale più volte sollecitata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nonché da ultimo dal neo presidente della Consulta, Giovanni Amoroso.

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