di Roberto Cavallini
E’ stato particolarmente emozionante assistere a questo reading teatrale al Teatro Vascello in via Carini nel quartiere Monteverde a Roma, a pochi passi da quella che fu una abitazione di Pasolini dal 1959 al 1963, nello stesso palazzo dove abitò la famiglia Bertolucci e nelle vicinanze dell’altra precedente abitazione di Pier Paolo Pasolini, un riscatto piccolo borghese dopo il periodo di via Tagliere a Rebibbia, in via Fonteiana vicino ai “grattacieli di via Donna Olimpia, luogo di vita, di frequentazione e ambientazione delle prima pagine del romanzo “Ragazzi di Vita”.
Pasolini arrivò a Roma, insieme alla madre nel ’50, trovò accoglienza e ospitalità in una casa del Ghetto e in quel periodo cominciò a frequentare il poeta Sandro Penna che lo introdusse al mondo dei ragazzi di vita lungo gli argini del Tevere, più tardi ci sarà il trasferimento, come già anticipato, nella zona di Rebibbia dove verrà a contatto con il mondo per lui sconosciuto delle borgate e dei suoi abitanti proprio negli anni in cui in una Roma post-bellica, burocratica e papalina e per certi versi ancora pre-industriale, si
manifestavano i prodromi di un consumismo omologante. In quella sospensione temporale ed epocale “i ragazzi di vita”, “i borgatari” rappresentavano per Pier Paolo Pasolini le ultime figure “autentiche”, di una umanità non corrotta.

Lo spettacolo nasce da un progetto di Paola Pitagora e Massimo Luconi.
Sul palco Paola Pitagora, di fronte ad un leggio, in abito scuro, legge brani scritti dallo stesso Pasolini nei periodi precedenti e preparatori la realizzazione del film. I brani sono tratti dal libro “Accattone. L’esordio di Pier Paolo Pasolini raccontato dai documenti”.
Paola Pitagora pur leggendo in prima persona testi non suoi li colora con una armonia vocale avvolgente restituendone una vitalità che forse, anzi sicuramente, la lettura diretta dell’autore con la sua voce, per sua stessa ammissione da castrato, non avrebbero mai potuto esprimere.
Suggestivi e dialoganti sono stati gli interventi musicali di Mirio Cosottini alla tromba che è riuscito a stabilire un continuum recitativo con la lettura dei brani che erano null’altro che un flusso di memoria, riguardante una Roma notturna “piccola come un paese, da piazza del Popolo a piazza Venezia ci arrivi in cinque minuti”, via Margutta, feste, mondanità, ma anche passioni, aspirazioni e soprattutto incontri con Fellini, Moravia, Bertolucci, fino a quello risolutivo con Bolognini che gli ha consentito di realizzare il film.

Accattone è personaggio mitico e mitologico dell’immaginario romano pasoliniano, un sottoproletario che si muove in una Roma, di baracche di fortuna costruite sotto gli archi degli acquedotti, quello Alessandrino, l’acquedotto Felice a Porta Furba al Mandrione o in quelle numerose “Shanghai” di casette rapide del fascismo a ridosso di “marane”, storpiatura dialettale di “acque mariane”, di borgate e di periferie polverose, di Torpignattara, del Pigneto, di via Fanfulla da Lodi.
Accattone, “il pappone” comunque guarda anche alla Roma dei signori, del centro storico, della prossima “Dolce vita”, a quella Roma che lo attrae e lo respinge, tanto che lui stesso, come nell’ epilogo di una tragedia greca, in quella lotta tra desiderio ed esclusione, lui che per amore smette di essere sfruttatore di donne e per guadagnarsi il pane diventa ladro, e conclude paradossalmente la sua ricerca di vita, di salvezza e di pace nella morte, quando sdraiato sul marciapiede di ponte Testaccio al termine per una caduta durante una fuga in motocicletta, spirando, pronuncia le parole: “Ah, mo’ sto bene.”
TEATRO VASCELLO via Giacinto Carini 78, Monteverde Vecchio, 00152, Roma
Roma 7 ottobre 2025
ILPARADISO DI ACCATTONE
reading dal libro Accattone (FM, Roma 1961) di Pier Paolo Pasolini
un progetto di Paola Pitagora e Massimo Luconi
con Paola Pitagora
musiche originali live Mirio Cosottini (tromba)
regia e cura di Massimo Luconi
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello
in collaborazione con il Festival di Radicondoli
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