Fibrillazioni per la cornice della nota del Def che fissa l’asticella debito al 2, 4 per cento. La tensione sui mercati finanziari si evidenzia con lo spread che resta inchiodato a 270 punti.
Aprire un dialogo e far capire ai vertici della Ue che l’Italia non si è lanciata in un volo pindarico senza prospettive.
C’è un’uscita di sicurezza che segretamente il capo del dicastero economico metterà sul tavolo per scongiurare di far precipitare l’Italia nel baratro.
L’idea è quella di istituire nell’articolato della legge di Bilancio una sorta di servomeccanismo che come un salvavita scatti di fronte a un improvviso corto circuito economico finanziario e imponga uno forzato stop in automatico della spesa.
Da un lato si programma per tre anni lo sforamento del debito fissato al 2, 4 per cento ma è chiaro che se non cresce il Pil come si augura il vicepremier Luigi Di Maio ecco che scatta il piano di salvataggio targato Tria. E’ l’ultima carta che si gioca il ministro dell’Economia anche a nome del Quirinale per convincere l’Europa della serietà economica dell’Italia.