Sabato scorso c’è stata l’inaugurazione dell’anno giudiziario e in tutta Italia ci sono state molte proteste dei magistrati contro la riforma della giustizia, attualmente in discussione alla Camera. I giudici sono usciti polemicamente dalle aule delle 26 Corti d’appello italiane durante gli interventi dei rappresentanti del governo.
L’aspetto più contestato dall’Associazione nazionale magistrati (l’ANM, l’ente di rappresentanza sindacale della categoria) riguarda la cosiddetta separazione delle carriere dei magistrati prevista dalla riforma, e cioè l’istituzione di carriere nettamente distinte per i magistrati requirenti – i pubblici ministeri che conducono le indagini – e quelli giudicanti, ovvero i giudici che emettono le sentenze. Per l’ANM la riforma della giustizia mette a «rischio autonomia e indipendenza della magistratura».
A Napoli i magistrati del distretto hanno accolto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con coccarde tricolore appuntate sulle toghe e la Costituzione in mano. Quando Nordio ha iniziato a parlare, i giudici sono usciti dall’aula della Corte d’appello in cui si stava tenendo la tradizionale cerimonia. Scene simili si sono ripetute a Roma, dove c’era il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, e a Bari, dove era presente il viceministro della Giustizia Paolo Sisto. A Milano i giudici e i pubblici ministeri si sono riuniti sulla scalinata del tribunale prima della cerimonia esponendo striscioni con alcune frasi del politico e partigiano Piero Calamandrei, riguardanti la Costituzione italiana.
“Tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso, vi ringrazio per una manifestazione estremamente composta, il dissenso è il sale della democrazia. Però che si possa pensare che un ministro che a 30 anni appena entrato in magistratura è stato per tre anni alla guida dell’inchiesta contro le Br, tutta la colonna veneta, ed ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi. Che un ex magistrato abbia come obiettivo l’umiliazione della magistratura alla quale è appartenuto, lo trovo particolarmente improprio”: così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto nel Salone dei Busti di Castel Capuano a Napoli alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli, tra le proteste dei magistrati contro la riforma della Giustizia. “La riforma costituzionale è una riforma che ha un’origine esclusivamente tecnica”, ha sottolineato il ministro. “Non c’è nessun reato di lesa maestà e tantomeno un vulnus all’indipendenza dell’autonomia della magistratura giudicante e requirente. È scritto a chiarissime lettere nella riforma costituzionale”, ha aggiunto Nordio nel corso del suo intervento. All’esterno della sede del vecchio tribunale di Napoli, i magistrati iscritti all’Anm hanno inscenato una protesta contro la riforma costituzionale della Giustizia. Sulla toga una coccarda tricolore, in mano una copia della Costituzione ed un cartello con una frase di Piero Calamandrei. I magistrati hanno lasciato il salone dei Busti non appena il ministro della Giustizia ha iniziato il suo intervento.
A Bologna magistrati fuori dell’aula per protestare contro la riforma
Pirillo (Anm): “Non migliora giustizia, altera equilibri dello Stato. Una riforma punitiva che non migliorerà il servizio ai cittadini”. La presidente dell’Associazione nazionale magistrati dell’Emilia-Romagna, Eleonora Pirillo, spiega così le ragioni della protesta dei magistrati all’inaugurazione dell’anno giudiziario contro la riforma costituzionale della giustizia a Bologna. “Si insiste sulla separazione delle carriere e poco sul fatto che i nostri disciplinari saranno affidati a un’altra corte, indebolendo l’autogoverno della magistratura – sottolinea Pirillo -. Avremo due Csm e saremo sorteggiati per gli organi di autogoverno, sottraendoci il diritto di elettorato attivo e passivo. E’ gravissimo. I processi non dureranno un giorno in meno – avverte la presidente Anm Emilia-Romagna -. Abbiamo bisogno di risorse umane e strumenti. Il processo penale telematico è entrato in scena già monco, tanto che 87 presidenti di tribunali ne hanno sospeso l’esecutività. Invece di migliorare le condizioni per magistrati, personale e cittadini – conclude Pirillo – si punta su una modifica costituzionale che altera gli equilibri dello Stato. Una riforma della magistratura, non della giustizia, che non ci aiuterà a rendere un servizio migliore”.
Nordio ha commentato le proteste ringraziando i magistrati per aver «espresso dissenso in modo composto».
Per il 27 febbraio l’ANM ha inoltre proclamato uno sciopero contro il disegno di legge, che dovrebbe essere votato in quei giorni. È comunque solo il primo dei quattro passaggi necessari affinché sia approvata la riforma, dato che è un disegno di legge costituzionale, che prevede un iter più lungo delle leggi ordinarie.