Il medico c’è ma la sala operatoria no

Sembra un paradosso, il medico c’è ma non può operare perché, pur lavorando in un ospedale, non ha disposizione la sala operatoria. Accade nel barese. Lo specialista effettua le visite ma non può operare perché “non gli viene fornita la disponibilità della sala operatoria”. La vicenda finita per dar vita a un reclamo all’Urp, l’ufficio relazioni con il pubblico della Asl Bari, succede a Triggiano all’ospedale “F. Fallacara”. Il signor Nicola, utilizzando un nome di fantasia a protezione dei dati sensibili della vicenda, come scrive nel modulo di protesta, inviato via Pec alla azienda sanitaria locale, dopo aver regolarmente prenotato una visita, lo scorso 7 agosto si è “sottoposto a visita di chirurgia plastica per la rimozione di un sospetto carcinoma cutaneo nella regione clavicolare sinistra” effettuata dal dirigente medico della struttura, il dottor Francesco Figliuolo che, sempre a detta del paziente “ha effettuato la visita con grande cortesia e professionalità e – al termine della visita – mi ha assicurato che sarei stato contattato appena possibile per l’intervento di rimozione”, scrive il paziente. Ma i giorni passano e dalla Asl o dall’ospedale al 66enne, signor Nicola non arriva nessuna comunicazione. A quel punto l’uomo, armato di buona volontà, mercoledì scorso, decide di ritornare personalmente all’ospedale di Triggiano per chiedere informazioni sulla questione e, soprattutto, per avere indicazioni sulla data o sulla tempistica di attesa per l’intervento a cui si deve sottoporre. Arrivato agli ambulatori del nosocomio, come scrive il paziente “il dottor Figliuolo mi ha accolto con grande gentilezza e mi ha riferito che non gli era possibile fornirmi una data, anche indicativa, per l’esecuzione dell’intervento in quanto non gli viene fornita la disponibilità della sala operatoria”. La notizia gela il garbato paziente che nel rappresentare la sua doglianza scrive testualmente: “Data la probabile natura della lesione cutanea comprenderete che non posso attendere indefinitamente l’intervento e pertanto chiedo il rispetto delle misure contenute nel  <<Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa>>. Nello specifico il malcapitato utente sanitario chiede “di conoscere la posizione occupata all’interno della lista d’attesa e di conoscere la data entro cui si prevede che la prestazione sia erogata, oltre che conoscere le informazioni organizzative previste con l’indicazione della struttura dove verrà effettuata la prestazione”. Il paziente in attesa della soluzione del suo problema sanitari ha concluso la sua segnalazione avvertendo “che in caso di mancata erogazione della prestazione entro i termini fissati, si provvederà a tutelare i propri interessi nelle sedi opportune”. La vicenda, del resto, potrebbe essere finire sotto la lente d’ingrandimento, anche, della procura generale della Corte dei Conti barese, che potrebbe valutare l’eventuale danno erariale riveniente dal fatto che il sistema sanitario paga lo stipendio ad un chirurgo dirigente medico e questo, per carenze strutturali o organizzative, lavori, di fatto, non per sua volontà, a mezzo servizio erogando solo visite ambulatoriali e non le conseguenti necessarie e in alcuni casi urgenti, sedute operatorie come evidenziato dal caso del signor Nicola. Sarebbe interessante capire da quanto tempo va avanti questa situazione e per quanto tempo ancora continuerà a esistere a spese dei pazienti.

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