Il giuramento di Mattarella a Montecitorio ed insediamento al Quirinale

Nella più solenne delle cerimonie del Parlamento, con Montecitorio imbandierata, le salve di cannone sul Gianicolo, la campana della Camera a stormo, i corazzieri che lo scortano fin su al Quirinale. Sul Colle, dove è salito dopo aver reso omaggio all’Altare della patria, con l’abbraccio di Giorgio Napolitano che gli ha affidato il Collare di Gran croce, massima decorazione che spetta al capo dello Stato. Poi l’incontro col presidente supplente Pietro Grasso, le alte cariche dello Stato, leader politici, sindacali, imprenditori, intellettuali, circa quattrocento persone per la cerimonia di insediamento al Quirinale. Il benvenuto di Grasso, il saluto del nuovo presidente. A mezzogiorno e mezzo il Salone dei Corazzieri si svuoterà. E Sergio Mattarella prenderà possesso del Palazzo. Il suo appartamento privato è nella Palazzina, con lo studio personale, da quale nei prossimi setti anni parlerà in tv agli italiani, e lo studio alla Vetrata dall’altra parte della “Manica Lunga” che è il luogo delle consultazioni di governo e degli incontri politici, in un primo rapido giro dell’immensa corte che fu di papi e re.  Il discorso di Mattarella alle Camere congiunte è stato il discorso di insediamento più breve della Repubblica ma sono stati messi in fila uno dopo l’altro i problemi del paese per presentare la sua ricetta da nuovo presidente della Repubblica. Le riforme, anzitutto. Un cammino che incoraggerà in pieno, sempre sulla base delle decisioni che il Parlamento nella sua autonomia vorrà prendere, riconnettendo istituzioni e cittadini e tenendo conto delle condizioni reali del paese. Ovvero, affrontando con forza la recessione che getta gli italiani, e soprattutto i ceti più deboli, nelle braccia dell’antipolitica. Perché le colpe di tanta sofferenza e disagio sociale, secondo l’onda lunga che monta fra tanti cittadini, ricadono sui partiti. Nel discorso di investitura del capo dello Stato un preciso riferimento è dedicato all’Europa, che è la cornice in cui questa operazione di rilancio politico e sociale del nostro paese e va incardinata: “Può e deve avvenire nell’ambito della comunità europea”, dice il Presidente della Repubblica. Altri capitoli trattati nel discorso sono la sicurezza ed il pericolo del terrorismo. Da Mattarella un richiamo forte alla comunità internazionale che non può lasciare da sola l’Italia, e non può chiedere al nostro paese di far tutto da solo, con preciso riferimento anche alla questione degli sbarchi e delle infiltrazioni fra gli immigrati. “Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato e l’unità rischia di essere difficile, fragile e lontana, l’ impegno di tutti è a superare le difficoltà degli italiani. La lunga crisi ha inferto ferite e prodotto emarginazione e solitudine, tante difficoltà hanno colpito occupazione e creato esclusione. Quelli economici sono punti di un’agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione e l’urgenza delle riforme istituzionali e economiche deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla comunità. Mi impegno a confermare il patto Costituzionale che ha mantenuto il paese unito e riconosce i diritti costituzionali e il patto di unità sociale che impegna a rimuovere gli ostacoli che limitano le libertà e l’uguaglianza. Al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita da alimentare a livello europeo. Il governo ha opportunamente perseguito questa strategia. I cittadini chiedono trasparenza e coerenza nelle decisioni e la democrazia non è una conquista definitiva. Questo Parlamento presenta elementi di cambiamento: la più alta percentuale di donne e tanti giovani. Un risultato prezioso che troppo volte la politica stessa finisce di dimenticare. Siamo tutti chiamati ad assumere la responsabilità primaria di riaccostare gli italiani alle istituzioni. Bisogna intendere la politica come bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti. E’ necessario ricollegare le istituzioni a quei cittadini che le sentono estranee. Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato bel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. E’ un’immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sara’ imparziale. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste nella sua applicazione, nel viverla giorno per giorno”.

Cocis

 

Circa redazione

Riprova

Centrosinistra pugliese: un’altra inchiesta travolge la giunta Decaro a Bari. Indagato l’assessore al Bilancio

L’assessore al Bilancio e ai Tributi della giunta Decaro a Bari, Alessandro D’Adamo, indagato dalla …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com