Esposito: Berlusconi condannato perché sapeva. Poi rettifica

“Berlusconi condannato perchè sapeva non perchè non poteva non sapere”. Poi ci ripensa e chiede la rettifica di questa ed altre dichiarazioni rilasciate ad un giornalista de ‘Il Mattino’ e pubblicate in una intervista apparsa sul quotidiano napoletano. Questa frase del giudice Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione, che ha condannato Silvio Berlusconi a quattro anni per frode fiscale, fa insorgere il Pdl e aumenta ancora di più le polemiche legate alla sentenza sul processo Mediaset.

La condanna a Berlusconi. Insomma l’ex presidente del consiglio non sarebbe stato condannato in base al principio del ‘non poteva non sapere’ ma perchè ‘sapeva’. A riguardo il magistrato è categorico. “Assolutamente no, perché la condanna o l’assoluzione di un imputato avviene strettamente sulla valutazione del fatto-reato, oltre che dall’esame della posizione che l’imputato occupa al momento della commissione del reato o al contributo che offre a determinare il reato. Non poteva non sapere? Potrebbe essere una argomentazione logica, ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza”. Insomma si è condannati perché si è a conoscenza del reato e non per altri principi. Poi accenna al motivo per cui si è giunti alla condanna. “Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. E’ un pò diverso dal non poteva non sapere”. Ma questo passaggio, come indicato nella richiesta di rettifica, per il magistrato è ‘completamente inventato’. Il presidente della sezione feriale della Cassazione smentisce anche “di aver pronunziato, nel colloquio avuto con il cronista – rigorosamente circoscritto a temi generali e mai attinenti alla sentenza, debitamente documentato e trascritto dallo stesso cronista e da me approvato – le espressioni riportate virgolettate: “Berlusconi condannato perchè sapeva non perchè non poteva non sapere”.

Lavoro Corte giusto. Esposito difende il lavoro della Corte e rinvia al mittente le pseudo accuse di aver accelerato i tempi del processo Mediaset. “C’è un principio generale che attiene allo spirito della formazione della sezione feriale della Corte di Cassazione”, questo collegio di giudici, spiega il magistrato, “serve ad evitare che i processi subiscano la condanna del tempo con la prescrizione”. “A me come presidente della sezione feriale non restava altro che fissare la data in tempo non utile ma utilissimo e ravvicinato onde evitare la prescrizione”. E proprio su questa tempistica, oggetto di critiche da parte di alcuni esponenti del centro destra, dice che chiederà “ad altre sedi la tutela della mia onorabilità”.

Cassazione: Intervista non cambia verdetto. Secondo fonti della Suprema Cassazione l’intervista rilasciata dal presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, al quotidiano di Napoli ‘Il Mattino’, “non inficia, né cambia la decisione sul processo Mediaset”. Dal Palazzaccio fanno capire che il verdetto “è già stato emesso e sancito con la pubblica lettura del dispositivo in aula al termine dell’udienza”. Le stesse fonti della Cassazione, come riporta l’Ansa,  sottolineano che la decisione sul processo Mediaset é stata emessa “da un intero collegio, e non da un singolo, ed è stata pronunciata sulla base di principi di legalità”. Inoltre si rileva come nei processi penali in Cassazione, diversamente da quanto accade nel civile, “la decisione viene resa nota subito e non solo nel momento in cui vengono depositate le motivazioni”. Dunque “in nessun modo l’intervista in questione può essere considerata come una anticipazione delle motivazioni”.

La reazione del Pdl. Ma questa intervista provoca la reazione ‘stizzita’ del Pdl. “E’ normale che il giudice Esposito entri nel merito della sentenza della Cassazione con un’intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale? E’ questo il nuovo stile dei giudici della Cassazione?”, si chiede Sandro Bondi. Che aggiunge. “Io credevo che i giudici parlassero attraverso le sentenze, anche se controverse, e che i magistrati fossero ‘la bocca della legge’. Ma vuol dire che mi sbaglio”. Duro nei confronti di Esposito anche Luca d’Alessandro (Pdl), segretario della commissione Giustizia della Camera. “L’ineffabile dottor Esposito ha oggi inventato la smentita che non smentisce, anzi che conferma l’intervista rilasciata al Mattino. Al di là dei commenti più espliciti sulla sentenza, che egli dichiara di non aver proferito e sui quali attendiamo curiosi la replica del Mattino, il presidente della sezione feriale della Cassazione conferma non solo di aver ricevuto il giornalista, ma anche di averci parlato e di aver rilasciato l’intervista, il cui testo (leggiamo dalla sua stessa smentita) è stato ‘debitamente documentato e trascritto dallo stesso cronista e da me approvato”. “Poiché tutta la conversazione attiene al processo a Silvio Berlusconi e alla sentenza emessa proprio da Esposito, è davvero paradossale e grave che egli sostenga di aver parlato solo in termini generali. Ribadiamo che non è importante ciò che il giudice dice (ancorché grave), ma è inquietante che egli intervenga pubblicamente e lo faccia anche prima delle motivazioni. Quanto poi al testo che egli avrebbe controllato e approvato, il fatto che non sia reso conto che tutta l’intervista – da lui letta prima della pubblicazione – abbia riguardato il processo a Berlusconi ci fa sorgere più di un dubbio sulle sue capacità di discernimento. E se ha così mal compreso quanto ha scritto il giornalista, da lui sottoscritto, ci chiediamo con terrore se sia stato in grado di comprendere fino in fondo le carte di un processo così delicato per la sorte di un leader politico, che ha un seguito di dieci milioni di elettori, e di un intero Paese”, conclude l’esponente del Pdl.

Direttore Mattino: intervista Esposito è letterale. “Posso assicurare a voi e ai miei lettori che l’intervista è letterale, cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente di cui ovviamente abbiamo prova”. E’ quanto ha sottolineato Alessandro Barbano, direttore del Mattino, intervenuto oggi al programma di Radio1 ‘Start.  “Non posso commentare la smentita – ha proseguito il direttore del quotidiano napoletano- ma posso commentare, di fronte a qualunque sede, che il presidente Esposito ha pronunciato esattamente le parole con la sintassi e la conseguenza logica con cui noi le abbiamo pubblicate”. Naturalmente il quotidiano di Napoli è in possesso della registrazione dell’intervista. Pungente, il direttore Barbano, sui motivi della smentita addotti dal giudice Esposito. “Posso immaginare che il presidente della Cassazione abbia valutato a posteriori che, in qualche modo, spiegare le motivazioni della condanna prima di averla emessa possa avere per lui un ritorno non positivo. Però non è una colpa da attribuire ai giornalisti, ma alla responsabilità e alla maturità di chi parla”.

Circa redazione

Riprova

Sicilia, Elezioni europee. Forza Italia – MPA. Tajani: “Continua costituzione rapporto con forze radicate nei territori”

Rinasce e si rafforza l’accordo politico elettorale tra Forza Italia e il movimento dei popolari …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com