Il Decretone è legge, Quota cento e Reddito di Cittadinanza definitivamente al via: le modifiche

Il Decretone è definitivamente legge. Dopo la seconda analisi alla Camera anche il Senato ha dato il via libera al provvedimento con 150 voti a favore, 107 contrari e appena sette astenuti.

Con l’approvazione del Senato in terza lettura entrano in vigore le misure annunciate dall’esecutivo circa un anno fa, fissate nei principi con la legge di bilancio 2019, e modificate nel corso dell’esame parlamentare. Rispetto al progetto iniziale, che prevedeva da una parte la fine della povertà e dall’altra la demolizione della legge Fornero, il risultato definitivo è certamente meno ambizioso. la causa sono le risorse a disposizione, che dopo una lunga trattativa sono state fissate per il 2019 a 4 miliardi per la previdenza, e 7,1 miliardi per la povertà (che includono 2 miliardi del Rei).

 

Negli anni successivi il costo aumenterà arrivando al totale, nel triennio, che supera i 40 miliardi (per il Rdc si stima una spesa di 8,1 mld il prossimo anno e 8,3 mld nel 2021; per le pensioni 8,3 mln nel 2020 e 8,7 mln l’anno successivo). Il sostegno unico per combattere la povertà dovrebbe aiutare 1,3 milioni di famiglie (compresi gli over 67 che dovranno presentare domanda per la pensione di cittadinanza), su un totale di 3,2 milioni (secondo gli ultimi dati Istat). Mentre le stime relative a quota 100 si aggirano intorno a 650.000 aspiranti pensionati nel triennio 2019-2021. Oltre ai cavalli di battaglia della Lega e del Movimento 5 stelle il dl ‘Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni’ contiene norme su: assunzioni nella pa, gioco, Inps, riscatto della laurea e dei contributi.

Il reddito di cittadinanza è la misura unica di contrato alla povertà, che scatterà dal primo aprile 2019. Per avere diritto al Rdc è necessario il possesso congiunto di determinati requisiti di residenza, reddituali e patrimoniali. Requisiti che sono stati modificati nel corso dell’esame parlamentare e, di conseguenza, potrebbero escludere persone che con le vecchie regole avrebbero diritto all’assegno. Si stabilisce, quindi, che se la domanda è stata presentata prima della pubblicazione del nuovo testo in Gazzetta ufficiale sarà possibile accedere al beneficio con le vecchie regole, per un periodo di 6 mesi.

Il reddito potrà raggiungere la soglia di 6.000 euro l’anno (moltiplicata per i componenti del nucleo familiare secondo una scala di equivalenza). Per l’affitto o il mutuo della casa potrà essere dato un contributo fino a 3.360 euro. Il Rdc potrà essere erogato a tempo indeterminato, con una sospensione di un mese ogni 18 mesi. Per ottenere l’assegno sarà necessario sottoscrivere un patto per il lavoro. Saranno i centri per l’impiego che si occuperanno di fare incontrare la domanda, cioè chi sta cercando dipendenti, con l’offerta, appunto i percettori del Rdc (e per svolgere il nuovo lavoro saranno potenziati).

Le regioni, le province autonome, le agenzie e gli enti regionali, le province e le città metropolitane potranno assumere personale da destinare ai centri per l’impiego: fino a 3.000 unità con decorrenza dal 2020 e ulteriori 4.600 unità a decorrere dall’anno 2021. Sono previsti incentivi, per chi assume i percettori del reddito di cittadinanza, consistenti nell’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali. Per i ‘furbetti’ del Rdc sono previste delle sanzioni, che possono arrivare fino a 6 anni di reclusione. Le persone che hanno compiuto 67 anni potranno richiedere, al posto del Rdc, la pensione di cittadinanza che prevede l’erogazione dello stesso importo ma con modalità diverse. A partire, ovviamente, dall’assenza degli obblighi lavorativi.

Quota 100 si introduce in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, la possibilità di andare in pensione a 62 anni, con un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Il trattamento sarà erogato dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti, per i dipendenti privati, e dopo sei mesi per quelli pubblici. Il trattamento di fine servizio, più conosciuta come liquidazione, sarà erogato nel momento in cui il diritto al trattamento pensionistico sarebbe maturato in base alla pensione di vecchiaia. Ma sarà possibile chiedere un prestito, fino a un massimo di 45.000 euro, che dovrà essere restituito con gli interessi quando sarà riscossa la liquidazione. La pensione anticipata in oggetto non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro annui.

Pensione anticipata, fino al 2026 il requisito contributivo per andare in pensione resta 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, senza l’adeguamento all’incremento della speranza di vita. Tutto congelato anche per i lavoratori precoci, che quindi potranno accedere alla pensione con un’anzianità contributiva pari a 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica (trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti).

Ape sociale, viene prorogata al 2019. Consiste in una indennità, corrisposta fino al conseguimento dei requisiti pensionistici, a favore di soggetti che si trovino in particolari condizioni.

Opzione donna,  viene prorogato al 2019 il pensionamento anticipato delle donne, disponendo che il diritto al trattamento pensionistico anticipato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo venga riconosciuto nei confronti delle lavoratrici che abbiano maturato i requisiti richiesti (un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni, per le lavoratrici dipendenti, e a 59 anni per le lavoratrici autonome), entro il 31 dicembre 2018 (in luogo del 31 dicembre 2015). I requisiti anagrafici non sono adeguati agli incrementi alla speranza di vita.

Riscatto contributi in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, sarà possibile riscattare fino a 5 anni di periodi non coperti dai contributi, in tutto o in parte. L’opzione potrà essere utilizzata solo da coloro la cui pensione sarà liquidata integralmente con il sistema di calcolo contributivo.

Laurea,  viene modificata la disciplina del riscatto, relativamente ai periodi da valutare con il sistema contributivo: dovrà essere versato un contributo pari, per ogni anno da riscattare, al livello minimo imponibile annuo (pari a 15.710 euro per il 2018), moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti, vigenti alla data di presentazione della domanda.

Assunzioni,  in seguito alla entrata in vigore del pensionamento anticipato vengono autorizzate specifiche assunzioni in diverse amministrazioni: Mibac, ministero della Giustizia, regioni, enti locali ed enti del servizio sanitario. Inoltre per peculiari esigenze, derivanti dalle specifiche funzioni, sono autorizzate assunzioni nel corpo della Guarda di finanzia e dell’arma dei Carabinieri.

Inps e Inail,  cambia la governance dell’Inps e dell’Inail, prevedendo la reintroduzione del Consiglio di amministrazione tra gli organi di tali enti. In fase di prima applicazione, in attesa della nomina del Cda, si consente la nomina di un soggetto cui sono attribuiti i poteri del presidente e del consiglio di amministrazione.

Giochi,  viene disposto l’aumento della ritenuta sulle vincite del gioco numerico a quota fissa denominato ’10&Lotto’ e delle aliquote del prelievo erariale unico (Preu) applicabili agli apparecchi new slot. Si prevede, inoltre, che il rilascio dei nulla osta di distribuzione ai produttori e agli importatori degli Awp sia subordinato al versamento di un corrispettivo, una tantum, di 100 euro per ogni apparecchio. Vengono inasprite le sanzioni nei confronti delle organizzazioni abusive del gioco del lotto, di scommesse, di concorsi pronostici e viene prevista una nuova sanzione applicabile a chiunque produca o metta a disposizione apparecchi destinati al gioco.

Ad assistere al voto definitivo dell’Aula di palazzo Madama c’era anche il premier Giuseppe Conte. “E’ un bel giorno perché abbiamo approvato delle misure di cui la popolazione aveva bisogno e che aiuteranno la crescita, perché avranno un impatto sui consumi” ha detto il presidente del Consiglio lasciando il Senato. “Noi abbiamo approvato due misure per un nuovo modello di welfare e andiamo verso il taglio degli stipendi dei parlamentari” ha scritto su Facebook Luigi Di Maio. Dopo l’ok definitivo dell’Aula il premier Conte si è fermato alla buvette di palazzo Madama per brindare insieme ai senatori M5S al voto finale.

 

 

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