L’ esempio più eclatante e più drammatico dei costi dannosi del populismo è dato dai dazi imposti da Trump sulle merci importate da tutto il mondo. Le tariffe presentate nelle tabelle consegnate ai giornalisti presenti in grande numero al Rose Garden , non hanno precedenti storici. Già nel 1930 , gli Usa introdussero dazi che aggravarono la crisi mondiale che portò alla Grande depressione e poi dritto alla seconda guerra mondiale. Le misure varate dalla Casa Bianca rischiano di portare l’ America in recessione. Al momento, le misure varate vanno in direzione opposta a quanto promesso in campagna elettorale: aumenteranno l’ inflazione e apprezzeranno il dollaro. I dazi sulle auto importate non solo ne faranno aumentare il prezzo, ma anche quello della componentistica, penalizzando le grandi industrie statunitensi. Gli elettori degli ex Stati manifatturieri che hanno votato il Presidente, potrebbero non gradire queste scelte, non solo come consumatori, ma anche come lavoratori. Il discorso di Donald Trump, fatto quando ha dato l’ annuncio dei dazi ,parlando del due aprile come il giorno della Liberazione, è stato confuso e grottesco. Ha sostenuto che il resto del mondo ha vissuto da parassita alle spalle degli americani: i dati economici ci dicono il contrario. L’ enorme deficit commerciale statunitense è dovuto al fatto che gli americani, grazie al flusso enorme dei capitali venuti dall’ estero, hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità, comprando più di quanto riuscivano a produrre e vendere all’ estero, quindi indebitandosi. Quali saranno gli effetti di questo tsunami sull’ Europa e sull’ Italia? Secondo la Banca centrale europea, anche in assenza di una risposta dell’ Europa, il tasso di crescita del Pil nell’ Ue , diminuirà di uno 0,3%. L’ Italia e la Germania che sono i paesi più colpiti il tasso di crescita potrebbe diminuire fino allo 0,5%, con il rischio concreto di recessione. Le imprese esportatrici che avevano il giro d’ affari legato agli Usa , meccanica e agroalimentare, se non riusciranno a trovare sbocchi su mercati alternativi, rischiano di chiudere i battenti . Molti , illudendosi o meglio non guardando in faccia alla realtà, pensano che i negoziati con l’ Europa possano chiudersi rapidamente. Senza tenere conto che con le misure imposte da Trump, l’ Organizzazione del Commercio mondiale è stata rapidamente spazzata via. A questo punto occorre reagire con dazi mirati che siano in grado di colpire le imprese americane ed esercitare sulla Presidenza Usa quella pressione che possa indurla a miti consigli. Senza nessuna reazione il rischio di pagare due volte è dietro l’ angolo. Storicamente i partiti populisti e sovranisti hanno sempre peggiorato le condizioni economiche e finanziarie dei propri Paesi . All’ Europa non spetta altro che accelerare il processo di integrazione che è l’ unico modo per poter competere con un mondo sempre più diviso e frammentato in più blocchi. Così potrà diventare punto di riferimento di quei Paesi che si trovano spiazzati difronte al declino dell’ impero americano. Anche il nostro governo deve scegliere se fare prevalere l’ ideologia populista e sovranista o gli interessi dei cittadini italiani.
