Il coraggio di riorganizzare lo Stato

Al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, va riconosciuto il merito di aver immesso nella politica una grande dose, come mai nessuno dei suoi predecessori aveva fatto negli ultimi vent’anni, di energia, coraggio e trasparenza. La spending review ( termini quasi del tutto sconosciuti alla maggior parte degli italiani ma non per ignoranza ma solo perché fino ad ieri nessuno era riuscito a comunicarne il significato ed i contenuti) dopo la conferenza stampa di Palazzo Chigi, come per incanto, sembra aver acquistato un corpo ed un’anima, finalmente i cittadini hanno ricevuto dal Premier una serie di informazioni chiare ed intellegibili sull’operato del Governo. Renzi ha confermato di essere un abile comunicatore quando parlando di riduzione degli stipendi dei dirigenti dello Stato e perfino dei magistrati, ha lanciato la parola d’ordine ‘norme Olivetti’. Ha parlato in modo semplice e chiaro a quella parte del Paese che, arrabbiata con le istituzioni politiche e statali, si scaglia contro la cosiddetta ‘Casta’. Tutti hanno apprezzato il suo modus operandi perché è indubbio che rappresenta una discontinuità con un passato fatto di poca chiarezza negli intenti da perseguire e in quanto a trasparenza quasi pari allo zero.Pur tuttavia qualche dubbio e/o perplessità destano i provvedimenti varati in termini di coperture finanziarie e fanno sorgere spontaneamente una domanda:” Se per il 2014 si è dovuto ricorrere a tanti piccoli interventi, la cui reale efficacia è tutta da vedere, come sarà possibile che per l’anno successivo realizzare un risparmio di 14 miliardi( come ha riferito il Ministro Padoan), un’operazione che non è mai stata realizzata nella storia della Repubblica italiana? L’unica spiegazione plausibile è che il Presidente del Consiglio, da un lato con l’immissione in busta paga  degli 80 euro in più, sia convinto di dare una spinta ai consumi e quindi fiato alla ripresa economica, oggi fragile e lenta, dall’altro confidi che il risultato delle Europee sia tale da determinare un radicale cambiamento delle politiche economiche a livello di Unione. E’ augurabile per tutti i cittadini italiani che le intuizioni del Premier siano fondate, anche se oggi appaiono più una scommessa che un concreto tentativo di rilancio dell’economia.

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