Il chip da 2 mm che mette ‘ko’ i moderni antifurto

Una sorta di chip più piccolo di una moneta da due centesimi è l’ultimo ritrovato tecnologico che permette ai ladri di rubare senza difficoltà anche le auto più moderne dotate di antifurto a radiofrequenze con transponder nella chiave di avviamento. Lo ha scoperto la squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Roma seguendo le tracce di una vettura dotata di antifurto satellitare sottratta  nella Capitale, che è stata ritrovata in un casolare di Palombara Sabina insieme ad altre vetture pronte per essere smontate e vendute sul mercato nero dei ricambi. Pare che il minuscolo dispositivo sia in grado di sfruttare la vulnerabilità di molti sistemi antifurto che, sulla carta, attraverso le frequenze RFID, dovrebbero scambiarsi dei codici criptati impossibili da decifrare. O quasi, come dimostra il congegno ritrovato dalla Polizia di Roma che ha denunciato tre romani, L.G. di 47 anni, S.R. di 37 anni e V.A. di 40 anni, per ricettazione. Le indagini proseguiranno per accertare chi fabbrica e attraverso quali canali si reperisce il chip utilizzato dai malfattori.

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