Il bipolarismo conflittuale colpisce ancora. Democrazia al crepuscolo

I fatti di ieri (dimissioni ministri PDL) ci dicono che il bipolarismo conflittuale che governa il Paese da vent’anni con alterne responsabilità ha ancora una volta fallito. Nonostante le promesse fatte agli elettori durante l’ultima campagna elettorale circa l’impegno di trovare una soluzione che portasse al dialogo politico tra i due poli di destra e di sinistra, hanno tradito le attese.Il motivo è sempre lo stesso,guerra senza quartiere per l’annientamento dell’avversario politico e gestione solitaria del potere. Da questa situazione ne escono sconfitti non solo la maggioranza, ma l’intero parlamento;  il continuo paventare crisi di governo ad ogni piè sospinto e il tentativo di farne ricadere la responsabilità sull’avversario non avrà altro effetto che ingrossare le file dei delusi della politica che non si riconoscono in nessuno dei partiti presenti sulla scena politica attuale con tutte le conseguenze negative che potrebbero eventualmente scaturirne.Certo,questa volta,l’accelerata finale alla crisi di governo è stata impressa dal Cavaliere  con le dimissioni dei parlamentari del PDL che ha minato il già fragile patto su cui si reggeva la maggioranza di governo, culminando ieri nelle dimissioni dei suoi ministri, con la non credibile motivazione del mancato accordo sul congelamento dell’IVA, un’improbabile scusante che non sottrarrà Berlusconi al giudizio severo dei suoi elettri e forse anche di molti dei suoi uomini di partito.Ma neanche il PD è esente da responsabilità in quanto non ha fatto niente per rendere più agevole la via della governabilità precludendo la strada ad ogni ipotesi di agibilità politica,richiesta dall’avversario e questo perché il partito è dilaniato all’interno da lotte tra le varie correnti che di fatto hanno impedito a Letta di agire con autonomia e serenità nell’azione dell’esecutivo A nulla sono valsi gli sforzi del Capo dello Stato che attraverso i suoi messaggi quasi quotidiani ha raccomandato alle forze politiche che sostengono la maggioranza, senso di responsabilità politica ed istituzionale verso il Paese ed i suoi cittadini, riconoscimento reciproco tra i due maggiori poli politici presenti in parlamento che sostengono la maggioranza di governo; ha auspicato più volte il varo di riforme strutturali,tra cui quella della giustizia per rendere sempre più chiara e netta la separazione tra i poteri dello stato evitando così polemiche su presunte ed eventuali prevaricazioni,da ultima ieri durante la visita al carcere di Poggioreale a Napoli, ha chiesto con forza un provvedimento di clemenza che faciliti la soluzione del problema dell’affollamento delle carceri, ma ironia della sorte, mentre parlava con la sua solita saggezza e sobrietà da Roma i ministri del PDL  rassegnavano le dimissioni dall’esecutivo Destino amaro e segnato di una Repubblica che ormai è retta da una democrazia confusa e crepuscolare. Il Paese rischia ancora una volta di pagare un prezzo altissimo con il rischio che a causa della sua latente instabilità politica di vederci commissariare dall’UE  con ricaduta interna in termini economici e finanziari disastrosa. Non ci stancheremo mai di scrivere che quello che occorre è il varo di nuove regole al passo con i tempi che si fondino su di un patto di riconoscimento reciproco, prima civile e poi politico, che la fine prematura di un governo non rendono per nulla attuabili.
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