Il bene comune

Il bello della politica e delle campagne elettorali è che si scorge sempre la pagliuzza negli occhi dell’altro e si finge di non vedere la trave che ti copre la vista. Abituale tendenza anche nei confronti di poli opposti che giammai ricercano un bene ed un ottica condivisa. Giammai! E poi quando si parla e si discute di politica si parla di “bene comune”. Comune di chi? Comune di cosa? Sentite per mero esempio la Bergamini che con tono professorale annota: “ I dati Eurostat di oggi ci mostrano, tanto per cambiare, i risultati delle cure da cavallo applicate da Presidenti del Consiglio non votati dai cittadini: nel 2012 e nel 2013 il deficit si è attestato al 3% del Pil e il debito pubblico non ha fatto che aumentare fino a raggiungere il 132,6% del Pil. Siamo il fanalino di coda dell’Europa, dopo tanta retorica sulla ritrovata credibilità del nostro Paese all’indomani dell’estromissione di Berlusconi dal suo ruolo di governo nel 2011. Peccato però che a pagare il conto di tutte queste misure siano proprio quei cittadini che non sono stati interpellati e che oggi si trovano a sopportare sacrifici su sacrifici col miraggio di un risanamento dei conti pubblici che si allontana anziché avvicinarsi.”. Cosa dire? Meglio tacere…

Cocis

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