IL BAROCCO INCONTRA IL NOVECENTO: ROMEO CASTELLUCCI ALL’OPERA DI ROMA FIRMA LA REGIA DEL PROGETTO SCENICO STABAT MATER. SUL PODIO MICHELE MARIOTTI

Dal 28 al 31 ottobre 2025 presso la Basilica dell’Ara Coeli un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma che lega due secoli di musica

Romeo Castellucci porta a Roma il suo progetto sull’oratorio Stabat Mater con musiche di Giovanni Battista Pergolesi – dal testo del poema latino attribuito a Jacopone da Todi – e di Giacinto ScelsiDal 28 al 31 ottobre in scena nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli con la direzione di Michele Mariotti, un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma in coproduzione con Grand Théâtre de Genève, Opera Ballet Vlaanderen e De Nationale Opera. Noto in Europa per le sue performance teatrali e installazioni immersive, Castellucci propone una rinnovata versione scenica dell’opera presentata a maggio di quest’anno alla Cathédrale Saint-Pierre a Ginevra. La drammaturgia fonde il barocco liturgico di Pergolesi con il sonoro novecentesco di Quattro Pezzi per orchestra (ciascuno su una nota sola) e Three Latin Prayers per coro a cappella di Scelsi. Castellucci cura inoltre scene, costumi e luci con la collaborazione artistica di Maxi Menja Lehmann, Paola Villani (collaboratrice alla scenografia), Clara Rosina Straßer (collaboratrice ai costumi), Benedikt Zehm (collaboratore alle luci) e Aurélien Dougé (coordinatore dei movimenti).

«Stabat Mater – stava la Madre, nel dolore, ai piedi della croce. Così comincia il poema di Jacopone da Todi. Bastano queste due parole ora: un predicato verbale e un soggetto. L’assenza di complemento di luogo significa ovunque, ma anche adesso. La musica di Pergolesi ha dato forma, una volta per tutte, a questo stare universale e muto davanti alla perdita. Non ci sono spiegazioni, né le parole possono dire. Anche la presentazione nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli di questo oratorio non fornisce risposte. Dopo essere stato creato nella Cattedrale di Ginevra, la “Roma protestante” di Calvino, questo Stabat Mater si presenta ora nel centro della Roma cattolica, nella chiesa stretta tra le forme del potere militare e civile, presa, si direbbe, nella morsa temporale costituita dall’Altare della Patria da una parte e dal Campidoglio dall’altra. Una madre senza figlio, gettata a terra, tra le statue equestri del potere». Romeo Castellucci descrive con queste parole la sua visione di Stabat Mater caratterizzata da un dialogo fra «la musica di Pergolesi e quella ascetica, timbrica e monodica composta da Giacinto Scelsi – genio assoluto del XX secolo che ricercò, per tutta la vita, il suono assoluto e che, per una rara coincidenza, visse a poche centinaia di metri da Santa Maria in Ara Coeli.»

Formatosi come scenografo e pittore, Castellucci ha rivoluzionato il linguaggio del teatro europeo, fondando nei primi anni ’80 la compagnia Socìetas Raffaello Sanzio, con cui ha introdotto una forma di drammaturgia visiva incentrata sull’impatto sensoriale delle immagini. Dal Festival di Avignone – di cui è stato artista associato – ai teatri di Berlino, Vienna, Parigi e Madrid, Castellucci ha costruito nelle più importanti sale teatrali e festival europei un percorso indipendente, che intreccia filosofia, arti visive e religione. Nel suo denso e visionario tracciato creativo anche una carriera operistica di respiro internazionale, che lo ha visto firmare regie per alcune delle opere più complesse del repertorio, da Orfeo ed Euridice a Moses und Aron, da Tannhäuser a Salome, fino al Don Giovanni, presentato al Festival di Salisburgo nel 2021. Nel corso della sua esperienza artistica ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro alla carriera della Biennale di Venezia, diversi premi Ubu, onorificenze in Francia, Austria, Belgio e ha diretto importanti istituzioni come la sezione Teatro della Biennale. Nel 2023 è tornato a Roma con Il Terzo Reich, presentato al Teatro Nazionale nell’ambito di Short Theatre: un’installazione-concerto che rifletteva sui meccanismi di potere insiti nella comunicazione.

«È un dolore viscerale quello descritto attraverso la scrittura limpida e sorprendentemente moderna dello Stabat Mater di Pergolesi. Cromatismi, appoggiature, dissonanze e una poetica degli affetti essenziale ma intensa costruiscono un clima tagliente, quasi rarefatto, reso ancor più evidente da un’orchestra d’archi ridotta al minimo, dal suono volutamente asciutto e senza anima. In questo senso, un luogo come la Basilica di Santa Maria in Ara Coeli amplifica la percezione di sospensione e fragilità che la partitura vuole trasmettere». Così parla dell’opera di Pergolesi il direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma Michele Mariotti, che torna a confrontarsi con l’espressione musicale del compositore dopo il concerto a febbraio dello scorso anno al Costanzi, in cui ha diretto lo Stabat Mater di Pergolesi e il Pulcinella di Igor Stravinskij.

In scena il soprano ungherese Emőke Baráth e il mezzosoprano Sara Mingardo. Baráth specializzata nei repertori barocco e classico, con riconoscimenti ottenuti in importanti concorsi internazionali come quello per l’opera barocca a Innsbruck, collabora con ensemble di musica antica come Il Pomo d’Oro, Les Talens Lyriques e Le Concert d’Astrée. Sara Mingardo, già ospite del Costanzi proprio per l’esecuzione dello Stabat Mater di Pergolesi nel concerto diretto da Mariotti, ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui, nel 2001, due Grammy Awards per la registrazione di Les Troyens di Berlioz con Sir Colin Davis, e il Premio Abbiati nel 2009.

Lo Stabat Mater di Pergolesi composto nel 1736 poco prima della morte del compositore, scomparso a 26 anni, rappresenta un punto di riferimento nel repertorio religioso del Settecento, evocando il dolore di Maria ai piedi della croce, letteralmente “stava la madre”. A scandire il percorso tragico anche le sonorità di Giacinto Scelsi, che introducono uno spazio acustico contemporaneo nel tessuto sacro di Pergolesi. Il risultato è una preghiera scenica totale in cui dialogano epoche e stili, sacro e sperimentazione sonora.

Dopo la prima rappresentazione, martedì 28 ottobre (ore 20), Stabat Mater torna in scena alla Basilica in Ara Coeli mercoledì 29, giovedì 30 e venerdì 31 ottobre, sempre alle ore 20.

L’ingresso alla Basilica è consentito esclusivamente dall’entrata principale, situata in cima alla scalinata ai piedi di Piazza d’Aracoeli. I titolari di un abbonamento All Inclusive 2024–25 hanno usufruito del diritto di prelazione e hanno già riservato il proprio posto. Sono disponibili per il pubblico altri 100 posti per ciascuna replica in programma il 29, 30 e 31 ottobre.

Per assistere alla rappresentazione è necessario prenotare un ticket gratuito su TicketOne, disponibile a partire dalle ore 12 di lunedì 27 ottobre.

Info: https://www.operaroma.it/spettacoli/stabat-mater/

VOLTI DEL POTERE – STAGIONE 2024/2025 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Stabat Mater

Musiche di Giovanni Battista Pergolesi e Giacinto Scelsi

Direttore Michele Mariotti

Regia, scene, costumi e luci Romeo Castellucci
Drammaturgia Christian Longchamp
Collaboratrice artistica Maxi Menja Lehmann
Collaboratrice alle scene Paola Villani
Collaboratrice ai costumi Clara Rosina Straßer
Collaboratore alle luci Benedikt Zehm
Coordinatore dei movimenti Aurélien Dougé

Soprano Emőke Baráth
Mezzosoprano Sara Mingardo

Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro dell’Opera di Roma (Maestro Alberto De Sanctis)
Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
In coproduzione con Grand Théâtre de Genève, Vlaamse Opera, De Nationale Opera

BASILICA DI SANTA MARIA IN ARA COELI
Prima rappresentazione martedì 28 ottobre, ore 20
Repliche
mercoledì 29 ottobre, ore 20
giovedì 30 ottobre, ore 20
venerdì 31 ottobre, ore 20

L’ingresso alla Basilica è consentito esclusivamente dall’entrata principale, situata in cima alla scalinata ai piedi di Piazza d’Aracoeli.
I titolari di un abbonamento All Inclusive 2024–25 hanno usufruito del diritto di prelazione e hanno già riservato il proprio posto.
Sono disponibili per il pubblico altri 100 posti per ciascuna replica in programma il 29, 30 e 31 ottobre.
Per assistere alla rappresentazione è necessario prenotare un ticket gratuito su TicketOne, disponibile a partire dalle ore 12 di lunedì 27 ottobre.

ph. Fabrizio Sansoni

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