Il 9 aprile, ore 21, al Teatro Vascello di Roma in scena ‘Bailamme’ con la regia di Simone Barraco

Bailamme, dal turco ‘bayram’, confusione di gente che va e viene, baraonda.
Il mondo di oggi non è forse una baraonda? Un susseguirsi di improbabili governi, crisi economiche, attacchi terroristici, minacce nucleari.
È in questo clima di ‘confusione’ che i personaggi di Bailamme prendono vita.
Dagli ‘ultimi’ in conflitto fra loro, (quella parte di popolazione che, sempre più vicina alla soglia di povertà, lentamente subisce un processo di schiavizzazione), ai ‘potenti della terra’, stralunati, viziati, ipocondriaci, violenti, che si arrovellano alla ricerca di strategie da adottare per transitare, senza troppo clamore, anzi, col nostro consenso, verso l’era del post-nazionalismo, dove un unico governo mondiale sostituisca il potere sovrano dei singoli Stati del mondo.
In mezzo a loro troviamo Cristopher, l’ingenuo guardiano dello zoo, che per cercare Berta, una scimmia scappata dalla gabbia, si imbatte in una serie di eventi che lo portano a diventare il nuovo Messia hashtag anni 2000.
Un Cristo pronto a costruire una gabbia che ospiti animali di ogni specie e uomini di tutte le nazionalità per farli convivere in armonia.
Ma questo sogno è effettivamente il suo, o è l’obbiettivo dei potenti?
Niente più Paesi ma un ‘mondo unico’, un’economia globalizzata, un solo ‘governo mondiale’ (selezionato, più che eletto) ed una ‘religione universale’, insomma una gabbia di acciaio talmente grande che non se ne vedono più le sbarre.
Le scene si susseguono con un ritmo incalzante, servite dalle parole del narratore, colui che stando tra la scena e il pubblico svela quegli ingranaggi noti a pochi, ma che regolano la vita di milioni di persone.

Forse ha ragione Berta, bisogna scappare, ma c’è ancora un luogo dove fuggire?

Note di regia

Una scrittura scenica che prende in prestito dalle opere di Brecht lo stile drammaturgico e i temi sociali economici e politici.
Sulla scena riportiamo una fotografia del mondo contemporaneo in una versione brechtiana-pop.
Lo spettacolo si autodenuncia fin da subito come messinscena, abbattendo la quarta parete e scrollandosi di dosso ogni sorta di naturalismo.
In questo gioco meta-teatrale strutturato da diversi livelli stilistici (narrazione e azione, linguaggio solenne e popolare, canto e parlato, economia politica e registro grottesco, religione e demistificazione) i temi si materializzano in situazioni grottesche, tese fino a limiti che non permettono di identificarsi e cariche di segni sovrapposti che moltiplicano le prospettive da cui guardare i fatti.
I personaggi non sono definiti da una psicologia ma da una funzione sociale: dall’alienato guardiano dello zoo (che poi diventerà il nuovo Cristo) al miserabile venditore di bestemmie, per finire ai detentori del potere in giacca cravatta e costume da bagno.
La drammaturgia è suddivisa in 14 quadri, come le istanze della Via Crucis, presentati dal narratore. Circa una cinquantina i personaggi che si alternano in scena e dieci gli attori che, passando da un personaggio all’altro, vivono all’interno di un quadrato fatto di sole luci. La scenografia è minimalista e gli “oggetti” acquisiscono man mano una pluralità di funzioni.
Il dramma scorre con il ritmo frenetico di una catena di montaggio e in un’ora e trenta circa “racconta” fenomeni economici, politici, religiosi, storici e culturali del nostro tempo, attraverso buffi e sgangherati personaggi che dalla scena arrivano al pubblico, facendolo diventare parte della storia, della nostra storia.
Frequenti sono i momenti coreografici e i concertati a sottolineare la coralità dell’azione.

Il codice canoro(orchestrato dall’esclusivo uso della voce e degli oggetti risonanti) si alterna senza colpo ferire al parlato ordinario.

Bailamme nasce sicuramente dalla sensazione di impotenza mista a solitudine.

Se l’uomo è un animale sociale, una volta arrivati a questo punto, in cui gli ultimi sono contro gli ultimi, in cui il capitalismo irrazionale diventa l’unico valore, dove si va? E cosa ne resta del potenziale umano?

BAILAMME – Opera musicale povera e senza musica
Scrittura scenica di Simone Barraco ispirata alle opere di B. Brecth
Produzione del Centro Artistico Internazionale Il Girasole
Interpreti Gabriele Ciccotosto, Silvia Corona, Arianna Iacuitto, Gioia Giulianelli, Francesco Giuliano, Beatrice Progni, Maria Sivo, Pasquale Smiraglia, Lorenzo Tracanna e Gianmarco Vettori
Regia Simone Barraco
Regista collaboratrice Dora D’Agostino
Collaborazione artistica Francesca Farcomeni
Scene Fiammetta Mandich
Disegno luci Luigi Biondi
Costumi Davide Zanotti
Coreografie Vincenzo Gentile
Direzione cantanti Arianna Manias
Aiuto regia Maria Sivo
Assistenti alla regia Margherita Longobardi e Alice Marino
Foto e video Giacomo Siciliani
Assistente al progetto e organizzazione Lorena De Gregorio
Grafica Luca Staiano
Ufficio stampa e promozione Artinconnessione
Debutto Nazionale presso Teatro Vascello – Via Giacinto carini 78, Roma
Data 9 Aprile 2018 Ore 21.00
La durata dello spettacolo è di 90 minuti senza intervallo
Posto unico: 15 euro

 

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