Il 18 aprile, ore 20, al Teatro Di Villa Torlonia di Roma in scena ‘Se manchi tu’, da ‘Amianto’ e ‘108 metri’

Mercoledì 18 aprile (ore 20) al Teatro di Villa Torlonia di Roma secondo appuntamento con la narrazione dei nostri anni fra racconti e libri, uomini e donne, eroi e ribelli, attraverso RedReading, un progetto ideato dalla coppia d’artisti Bartolini/Baronio. Si riparte da quel ‘noi’ a cui ci invitava Tom Joad, il protagonista di Furore di John Steinbeck, nel primo appuntamento, per continuare il cammino e incontrare il ‘noi’ di una generazione di padri che si è ammalata di lavoro, veleni e inquinamento, e di una generazione di figli precari, mal pagati, sfruttati, con lavori amati, ma dannati. Così, si torna a parlare di famiglie, di padri e figli, di lavoro e vita, di profonde eredità comuni che viaggiano nel tempo, in Italia e in Europa, su quei treni e sulle rotaie costruite dagli operai delle acciaierie di Piombino che con implacabile delicatezza ci ricorda Alberto Prunetti, autore dei due libri, Amianto (ed. Alegre) e 108 metri (ed. Laterza), a cui è dedicato il secondo RedReading, SE MANCHI TU.

Scrive Wu Ming 1 “Amianto ti scuote le viscere, colpisce dritto ai polmoni, è un libro di quelli che si leggono per poi parlarne insieme […] e se dopo averlo letto a uno non gli arriva la botta vuol dire che ha la testa sbagliata e si è messo il cuore sotto le scarpe. Vuol dire che i padroni lo hanno lavorato bene”, e la botta a noi è arrivata, colpendo dritta al centro della precarietà che scuote le nostre esistenze. Quando nel 2016 al Festival Attraversamenti Multipli facemmo una prima lettura di questo testo, l’avevamo detto, e oggi lo ripetiamo: Amianto è necessario. Ed ecco che esce 108 metri. Una scrittura che sutura, che mostra cicatrici, e che fa immaginare avventure da isola del tesoro seguendo le sorti di una ciurma di eroi operai capaci di non farti sentire solo, anche in un paese come il nostro in cui ogni giorno ci sono almeno tre morti sul lavoro. 108 metri e Amianto non ti lasciano scampo, ti fanno scoppiare il cuore. Ci vogliono cuore e polmoni per le parole lanciate da Alberto che ci incatenano a una storia che non è passata, e che qui e ora ci chiede di guardarla in faccia, di occuparcene, di colmare la distanza, la mancanza, e di non farlo da soli: “Sono nato sotto il segno dell’amianto, sono venuto alla vita nel luogo in cui si va alla morte, in un luogo emblema di quella nocività che ha minato mio padre (…) E quando mi troverò nel fango, triste come un altoforno spento, con le dita attaccate agli inguini strizzati o senza fiato per una pallonata della vita nello stomaco, coi miei sogni sconvolti o crollati, nel vento e nella pioggia, saprò che mai camminerò da solo.”

Ospiti del secondo appuntamento di mercoledì 18 aprile l’autore Alberto Prunetti con la partecipazione dei musicisti Renato Ciunfrini e Sebastiano Forte, il contributo fotografico di Giancarlo Cerando, e gli interventi di Marta Fana (ricercatrice e autrice di Non è lavoro è sfruttamento) e Miriam Dubini (scrittrice).

18 aprile _ SE MANCHI TU di padri e fili, del lavoro e della vita

dai libro Amianto (ed. Alegre) e 108 metri (ed. Laterza) di A. Prunetti

 

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