In scena fino al 26 ottobre al Teatro Tordinona di Roma, Idillio Leopardi e la Luna, di e con Luigi Moretti, è uno spettacolo raffinato e coinvolgente che trova nella splendida cornice del teatro, elegantemente ristrutturato e di grande fascino, il luogo ideale per accogliere questo intenso monologo ispirato all’universo poetico di Giacomo Leopardi.
Sul palco, per oltre un’ora, Moretti dà voce a Giacomino, un uomo semplice, non particolarmente erudito ma di animo sensibile, dipendente di casa Leopardi e personaggio immaginario profondamente umano. Attraverso di lui, l’attore e regista costruisce un delicato viaggio di scoperta: Giacomino si lascia lentamente conquistare dalla figura del poeta, affascinato non solo dalla sua poesia ma soprattutto dalla tensione filosofica e dal desiderio profondo di comprendere il mistero dell’Uomo e dell’esistenza.

La Luna, simbolo centrale tanto nei Canti leopardiani quanto nello spettacolo, diventa interlocutrice silenziosa e complice di entrambe le figure, il poeta e l’uomo comune, unite da uno stesso stupore verso l’infinito. Moretti riesce a rendere musicali i versi leopardiani, alternando momenti di intensità lirica a passaggi più leggeri, spesso coloriti dal vernacolo recanatese, che aggiunge autenticità e calore.
Il racconto si sviluppa come un dialogo a più voci, in cui la poesia di Leopardi si intreccia ai ricordi e alle emozioni di Giacomino: aneddoti d’infanzia, insoddisfazioni giovanili, gioie, solitudini e dolori profondi. La passione cresce, fino a fondere i due piani dell’“idillio”: quello del Poeta con la Luna, amica e confidente, e quello dell’Uomo con la Poesia stessa, in un gioco di specchi in cui ciascuno si riflette nell’altro.
A rendere ancora più evocativo lo spettacolo contribuisce una curata dimensione visiva e scenica: la scena è firmata da Guerrino Andreani, i costumi da Stefania Cempini, il disegno luci da Ettore Bianco, mentre le suggestive immagini lunari sono di Cristian Fattinnanzi. L’assistenza alla regia è di Stella Addario, e un ringraziamento speciale va a Fiammetta Carena per la collaborazione.

Il risultato è un lavoro di grande sensibilità e precisione poetica, capace di restituire tutta la grazia e la malinconia dell’universo leopardiano. Il pubblico esce toccato, arricchito, come sospeso in quella “dolce malinconia” che, come scriveva Leopardi, “immerge l’anima in pensieri indefiniti, senza contorni”.
Emanuela Lalle
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