I viaggi dei migranti in Albania possono ancora attendere

I giudici di diversi tribunali italiani con nuove sentenze, in tema di Paesi sicuri, stabiliscono che i viaggi dei migranti verso l’Albania possono ancora attendere. Ricordiamo tutti la dichiarazione del Ministro degli Interni Piantedosi, tra l’enfatico e l’istituzionale, di qualche giorno fa : “Riprenderemo i trasferimenti che in questi giorni non sono necessari perché sta funzionando molto bene l’azione preventiva di contrasto delle partenze da Libia e Tunisia” . Il ministro degli interni era convinto che il pronunciamento della Cassazione, con cui comunque aveva rinviato alla Corte di giustizia europea la decisione, desse legittimità all’azione di governo sulla lista dei Paesi sicuri. Mi permetto di sottolineare che la sentenza della Suprema Corte non dava per così dire, ragione al governo, ma l’Esecutivo l’ha voluta interpretare tutta a fini politici, tralasciando l’aspetto tecnico-giuridico della sentenza . E alla luce di quanto sottolineato, alcuni giudici siciliani e non solo, hanno liberato migranti bengalesi e egiziani, arrivati a Lampedusa l’ultimo dell’anno e chiusi nei centri di accoglienza, dichiarando i provvedimenti emessi dai questori illegittimi, nonostante Bangladesh e Egitto siano stati inseriti dal nostro governo, nella lista dei paesi sicuri e ritenendo la sentenza della Suprema Corte non affatto favorevole al governo. Partendo dall’ assunto che nessun giudice ha mai messo in discussione che lo stilare la lista dei Paesi sicuri sia di competenza del governo, ciò che interessa alla fine della valutazione sulla legittimità dell’applicazione delle procedure d’urgenza di frontiera, è il principio che la Suprema Corte ha ribadito il 30 Dicembre scorso: “Il giudice ordinario ha il potere-dovere di esercitare il sindacato di legittimità della designazione da parte dell’autorità governativa di un certo Paese d’origine tra quelli sicuri, ove tale designazione contrasti con la normativa europea vigente in materia“. Del resto non si può andare allo scontro con i giudici quando la normativa europea afferma che “il trattenimento può essere applicato solo dopo che tutte le misure non detentive alternative siano state debitamente prese in considerazione. Il governo ancora una volta ha capito male o meglio ha voluto capire per il proprio tornaconto politico. La sentenza della Suprema Corte del 30 Dicembre non ha accolto il ricorso del Ministero degli Interni contro la liberazione dei migranti trattenuti in Albania e soprattutto non c’è il via libera al trasferimento. Dall’11 gennaio la competenza sui trattenimenti, passerà alle Corti di Appello, e non darei per certo che l’indirizzo dei giudici cambi repentinamente. Occorre attendere, necessariamente, il pronunciamento della Corte di giustizia europea, previsto per la primavera . Intanto il Governo ed in particolare il Ministro degli Interni, farebbe a pregare che il Patto con la Tunisia, sul contrasto all’immigrazione clandestina, continui a funzionare.
Andrea Viscardi

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