I superpoteri di Davide Casaleggio visti da Washington Post e New York Times

Washington Post ha pubblicato pochi giorni fa  un articolo a firma Davide Casaleggio, che riassume la base ideologica e comportamentale del primo partito politico italiano.

 Davide è presentato, nel pezzo come ‘one of the top leaders of the Five Star Movement. He is president of the Rousseau Association…’. Essere insieme imprenditore, associato e capo politico travalica anche il conflitto di interessi.

Altra anomalia, di fondo e di punta,  l’uso disinvolto che si fa dei due termini  ‘movimento e partito politico’. Ricordiamo che  un movimento  vive nel sociale, nel culturale, nel religioso ed altro,  ma sempre  fuori dalla città politica e istituzionale; diversamente un partito per vocazione ha la funzione opposta, stare dentro la politica e possibilmente prendere il potere.

Casaleggio afferma: ‘M5S è un vento inarrestabile che continuerà a crescere perché è allineato sul futuro’. Una frase ad effetto che non significa nulla visto che un Ad di impresa quotata in borsa mai userebbe una frase del genere per vendere le sue azioni: parlerebbe di programmi, cose concrete, non  se la potrebbe cavare con un ‘noi siamo allineati sul futuro’.

Casaleggio vanta per M5S un successo ‘pietra miliare’ nelle democrazie occidentali  e l’attribuisce all’uso di Internet nel processo elettorale. Definisce M5S la più grande organizzazione politica digitale al mondo, nata e cresciuta online, con scopi definiti dai cittadini, non dai ‘vecchi moribondi partiti’, con la ‘missione di mettere fine alla corruzione, combattere l’evasione fiscale, ridurre le tasse, proteggere l’ambiente, migliorare l’istruzione e accelerare l’innovazione’.

Il ‘futuro’  non sta tanto nella ‘missione’, quanto nel ‘come’ quella missione possa essere realizzata: e tutto ruota, inevitabilmente, sul metodo.

 Casaleggio spiega  che il sistema democratico corrente è obsoleto e diseconomico. Sui conti  spiega agli americani che mentre ogni voto per M5S è costato circa 9 centesimi di dollaro, quello raccolto dai candidati degli altri partiti è costato quasi cento volte di più, 8 dollari e mezzo.

L’autore spiega poi agli americani che la piattaforma che ha consentito il successo elettorale dei cinque stelle si chiama Rousseau  e che essa realizza la ‘democrazia diretta’ per arrivare alla decostruzione delle organizzazioni correnti politiche e sociali, aggiungendo che la democrazia rappresentativa, la politica per delega, sta perdendo gradualmente significato.

Quanto afferma Casaleggio in questo caso è un autentico sofisma, e non un paralogismo, perchè è fortemente intenzionale fingere di non cogliere che tra  democrazia rappresentativa e per delega si interpone  il ‘controllo sociale’, cosa fatta  da quei soggetti collettivi e associativi che il suo progetto di disintermediazione sociale e politica, del tutto anti-rousseauiano.  In mezzo c’è il ‘bilanciamento’ di poteri costituzionali che si confrontano si affrontano e si scontrano se necessario, a livello istituzionale, sulla base di regole di comportamento elaborate attraverso i secoli di crescita democratica delle società, non attraverso l’espressione subitanea di uno stato d’animo o di un capriccio manifestato via tastiera.

Spiace per Casaleggio che il suo saggio politologico sia uscito lo stesso giorno nel quale si diffondevano le conferme su quanto l’online possa essere manipolatore e manipolato, con la connection Facebook/Cambridge Analytica, che in due giorni ha fatto perdere 5 miliardi in borsa a Mark Zuckerberg il quale da un anno sta facendo il giro dell’America per lanciare la sua candidatura alla Casa Bianca, forte delle centinaia di milioni di profili statunitensi che ha in pancia in modo unico ed esclusivo.

La forza democratica dell’online rivendicata da Casaleggio, annovera  interferenze di Putin nei processi elettorali delle democrazie occidentali, elezione di Trump alla presidenza statunitense, Brexit e   il trionfo italiano a cinque stelle.

Ricordiamo che  il New York Times dedicò  un lungo articolo ‘all’uomo misterioso’ che gestisce il Movimento 5 stelle nell’ombra, ovvero Davide Casaleggio, definito come il ‘Mago di Oz’ che si nasconde dietro il sipario del partito capeggiato da Luigi Di Maio: ‘Potrebbe essere potenzialmente l’uomo più potente d’Italia, eppure poche persone sanno chi è. Gli ambasciatori stranieri lo cercano, anche se non ha un incarico pubblico. Sostiene di essere un semplice membro di un movimento politico, offrendo volontariamente assistenza tecnica gratuita, ma i critici dicono che lui e la sua piccola società milanese controllano i voti, i candidati e le politiche del principale partito del paese’.

Il ‘Fogliò’ rivelò  l’esistenza, ma soprattutto il contenuto, dello statuto dell’Associazione Rousseau: ‘Lui e i suoi sostenitori dicono che ha offerto la piattaforma come uno strumento per il partito, ma i documenti recentemente rivelati dalla stampa italiana sembrano mostrare che egli mantenga il controllo assoluto sull’associazione che gestisce la piattaforma web’.  E ancora, sempre citando i documenti rivelati dal Foglio: ‘Dal momento in cui eredita il potere sul partito dopo la morte del padre nel 2016, Davide Casaleggio ha consolidato il controllo’.

L’Associazione Rousseau è una sola persona, in cui coincidono l’assemblea, il presidente, il consiglio direttivo e il tesoriere. Ma lo schema dello statuto è fatto per garantire a Casaleggio il dominio eterno sull’Associazione: è solo lui, l’unico Fondatore superstite, che può essere nominato presidente; ed è sempre lui che, attraverso il Consiglio direttivo, di cui è l’unico presidente possibile, a decidere chi può entrare e chi no nell’associazione. E’ in questo contesto di regole che il 5 maggio Davide fa entrare nell’Associazione Rousseau due nuovi soci, Max Bugani (consigliere comunale a Bologna) e David Borrelli (europarlamentare), il cui ruolo però è quello di fare numero. Sono solo figuranti. E questo lo ha dichiarato lo stesso Borrelli al ‘Foglio’ il 4 gennaio 2018: ‘Sono in quell’associazione ma è come se non ci fossi. Tutti e tre gli incarichi sono intestati a Davide Casaleggio, bisogna chiedere a lui’.

Secondo quanto emerge dal rendiconto sommario del 2016 pubblicato sul sito, il Garantito Davide è contemporaneamente presidente, tesoriere e amministratore unico di Rousseau. Ciò vuol dire innanzitutto che rispetto allo statuto il Consiglio direttivo, l’organo collegiale che amministra l’associazione, è stato sostituito da una figura monocratica come l’Amministratore unico. Ma soprattutto che il figlio di Gianroberto concentra nella sua persona tutti i ruoli dirigenziali e di vigilanza, senza alcuna divisione dei poteri, e in pieno conflitto d’interessi. Secondo lo statuto il Consiglio direttivo (ora l’Amministratore unico) nomina il tesoriere, delibera i rendiconti predisposti dal tesoriere, decide sui contratti superiori ai 100 mila euro e sui propri rimborsi spese. Il tesoriere provvede alla gestione economico-finanziaria ordinaria e predispone il rendiconto. Il presidente presiede il consiglio direttivo e rappresenta l’associazione. In pratica Casaleggio nomina se stesso, autorizza se stesso, controlla se stesso e presiede se stesso. Una condizione che potrebbe portare a un disturbo della personalità, ma che di sicuro disturba il sano e trasparente funzionamento di qualsiasi organizzazione. In particolare di un’associazione come Rousseau che, a dispetto dal numero esiguo dei membri, maneggia una flusso enorme di danaro (finora oltre 550 mila euro), rendicontato in maniera approssimativa. Nessuno sa a chi sono andati centinaia di migliaia di euro finora spesi, se ad esempio la Casaleggio Associati – società che ha la stessa sede di Rousseau e lo stesso presidente garantito per diritto ereditario – è mai stata pagata per i servizi resi all’associazione e per aver ‘sviluppato’ la piattaforma Rousseau. Nessuno sa quali e quanti siano i ‘rimborsi spese’ che il garantito si è autorizzato. Non lo si può evincere dal rendiconto sommario pubblicato sul sito, non lo sanno i donatori, i militanti e gli eletti del M5s, non lo sanno neppure gli altri soci di Rousseau. ‘Ho partecipato a una sola riunione su Skype, ho visto il bilancio che è online e ho dato l’ok’, disse  al ‘Foglio’Borrelli.

Il potere di Davide Casaleggio è ulteriormente rafforzato dalle nuove regole del M5s. L’art. 1 del nuovo statuto vincola per sempre il M5s all’associazione Rousseau e l’art. 6 del regolamento obbliga tutti i nuovi eletti in Parlamento a versare una tassa mensile da 300 euro a Rousseau (che fanno almeno 3 milioni di euro in 5 anni). Il movimento è così legato mani e piedi, giuridicamente, economicamente e tecnicamente, a un’associazione privata su cui non ha nessun potere o vigilanza.

Il nuovo statuto prevede una procedura per sfiduciare il capo politico (Di Maio) e anche una per rimuovere il garante (Grillo), ma non ce n’è nessuna per recidere i legami con il garantito (Davide Casaleggio e la sua Associazione Rousseau).

L’unica soluzione è modificare lo statuto. Ma per farlo serve una procedura complicatissima e una maggioranza irraggiungibile. E in ogni caso ‘la verifica dell’abilitazione al voto e il conteggio dei voti – dice lo statuto – sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della Piattaforma Rousseau’. Non se ne esce, se non con una scissione. A supervisionare e gestire tutto c’è sempre lui, Davide Casaleggio, il Garantito che, per discendenza diretta e con soli 300 euro di capitale, ha preso il controllo assoluto ed eterno del primo partito italiano.

Cocis

Circa Cocis

Riprova

La rivoluzione energetica al femminile: le donne guidano gli investimenti nelle energie rinnovabili

La Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte e il Veneto sono le regioni italiane che guidano la …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com