I risultati delle elezioni italiane visti dalla Russia

Il voto ci ha restituito un’Italia spaccata a metà, con il centro Italia a fare da cuscinetto tra i due poli estremi della penisola. Questa estremizzazione del voto si è convertita in una ripartizione decisamente polarizzata dei seggi, con una preferenza netta verso le frange politiche più estreme. In termini numerici la coalizione vincitrice è sicuramente quella di centro destra con 260 rappresentanti alla Camera e 135 al Senato. Il primo partito è invece stato il Movimento, con 221 seggi alla Camera e 112 al Senato.

Il Sud ha premiato il Movimento 5 Stelle, mentre il Nord la coalizione di centro destra. Il centro si è dimostrato più equilibrato, offrendo un mix tra le tre maggiori coalizioni.

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 Un’Italia quindi divisa tra Nord e Sud, con il mezzogiorno e le classi più disagiate che hanno dimostrato di non avere più fiducia nella sinistra.

 La vittoria del Movimento 5 Stelle nel Mezzogiorno del nostro Paese è stata attribuita, in larga parte, alle aspettative della gente del Sud nei confronti del cosiddetto ‘reddito di cittadinanza’, visto come un nuovo istituto assistenzialistico per garantire una sorte di rivendicazione del diritto al ‘non lavoro’.

La propaganda definita populista ha attecchito nel Mezzogiorno, quella dei pentastellati e, incredibile a dirsi, quella leghista, proponendo una divisione semplice del sistema politico e della società, da una parte l’establishment e dall’altra il popolo sfruttato, come i meridionali, soprattutto giovani, costretti ad una nuova emigrazione, questa volta rispetto a quella novecentesca in larga parte intellettuale, che ormai ha assunto i caratteri di massa.

E’ stato l’abbandono del Meridione da parte della politica, soprattutto nella Seconda Repubblica, ad avere favorito il consenso ai movimenti populisti e ad avere creato una diversa dialettica rispetto a quella destra/sinistra di stampo novecentesco: quella tra élites ed emarginati, in cui l’aspettativa del reddito di cittadinanza è solo il simbolo, considerato che esso è del tutto irrealistico.

In realtà, gli istituti diffusi soprattutto nei paesi scandinavi prevedono l’erogazione di un reddito minimo a chi è senza lavoro, ma legato a politiche attive per l’impiego, finalizzate all’inserimento nel sistema produttivo, anche con la partecipazione a percorsi di formazione e riqualificazione professionale o a lavori di pubblica utilità.

In questo stato di fatto la  Russia può essere contenta dei risultati delle elezioni in Italia. Anche se non prendiamo in considerazione la lunga storia di amicizia fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, la simpatia del governo russo verso i partiti di destra è stata sempre ovvia. Ed è stata una cosa reciproca. La dimostrazione fu il viaggio del leader della Lega, Matteo Salvini a Mosca, esattamente un anno fa, per firmare un accordo di collaborazione con Russia Unita, il movimento che rappresenta la maggioranza dei sostenitori di Putin. Con questi ultimi ha siglato un documento di partnership anche il Movimento 5 Stelle.

Sugli scenari del prossimo governo si discute non solo in Italia, ma anche in Russia. A tal proposito Ria Novosti (agenzia delle notizie statale russa) pubblica un articolo dove afferma che ‘gli Italiani hanno votato contro l’Europa e pro Putin’.

Secondo i risultati, la prima coalizione in ballo potrebbe essere ‘l’Incubo per l’Europa’, composto da Lega Nord e Movimento 5 Stelle, visto che tutti e due propongono l’uscita dalla zona euro.

Il governo russo esprime il suo giudizio, secondo il quale, guardando i palesi risultati delle elezioni e le idee di politica estera offerte da ognuno dei partiti vincitori, il popolo italiano ha scelto la strada che più li avvicina alla Russia. La votazione ha messo sul podio i partiti filo-russi, regalandogli la prima e la seconda medaglia. Sia il Movimento 5 Stelle che la Lega sono favorevoli all’abolizione delle sanzioni contro Mosca e ‘richiedono il riconoscimento del ritorno della Crimea alla giurisdizione russa’. Quindi, le forze più votate condividono i valori di base dichiarati e sostenuti da Mosca che crede anche che i cittadini europei consapevolmente hanno scelto di seguire la direzione ‘antieuropeista’.

Ma il governo russo può usare questi sentimenti a suo favore e con l’aiuto dei suoi partner italiani ottenere la revoca delle sanzioni?  Per lo staff di Putin, nel caso in cui il Movimento 5 Stelle trovasse un punto d’incontro con la Lega, lo sviluppo di uno scenario del genere è possibile. I leader di centrodestra, nel contesto della loro lotta contro l’Eurosistema, potrebbero andare contro l’opinione di Bruxelles sulla questione russa.

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