I Marò tra mari e Monti

Il ritorno dei due maro’ italiani in India ”fu una decisione di Monti su istigazione del dottor Passera”. Lo afferma Giulio Terzi, ministro degli Esteri del governo Monti, il quale rassegnò’ le proprie dimissioni in seguito alla decisione di rimandare i due fucilieri di marina in India senza che potessero attendere il processo in Italia. Terzi ha lanciato l’accusa all’ex-ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nel corso di una conferenza stampa, spiegando: ”Le motivazioni che mi vennero vibratamente rappresentate da Monti e Passera per ribaltare la decisione di trattenere i marò’ in Italia erano fondate su motivazioni di natura economica, dei danni che avrebbero subito le nostre imprese dalle reazioni indiane”. Giulio Terzi quindi torna ad accusare il governo di cui faceva parte, come ministro degli Esteri, per la decisione di rimandare in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dopo che erano rientrati in Italia per il Natale. Vergognoso errore di Monti su istigazione di Passera, questa la sintetica dichiarazione in una conferenza stampa a Montecitorio con il leader di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, convocata in seguito alla notizia della decisione della Corte Suprema indiana di rinviare ulteriormente l’udienza sui due fucilieri italiani al 18 febbraio. La notizia di ribaltare la decisione di adottare la procedura di arbitrato fu avallata sulla base di considerazioni economiche, relativa al danno che le imprese italiane avrebbero avuto con l’India se i due fucilieri fossero rimasti in Italia. Era stata avviata la procedura di arbitrato internazionale che fu poi “inspiegabilmente” lasciata cadere. Ci si è affidati interamente agli indiani e questa decisione è stata confermata dal governo Letta. Non si è fatta attendere la risposta di Corrado Passera: “Il ministro Terzi ha rischiato di far perdere ogni valore agli impegni internazionali del nostro Paese. Dopo aver ottenuto dalle Autorità indiane il rientro natalizio dei nostri fucilieri sulla base di un formale impegno al loro ritorno in India, l’allora ministro degli Esteri cercò di impedire che rientrassero nelle scadenze concordate, venendo così clamorosamente meno alla parola data ed il disagio di molta parte del governo fu enorme, e io fui tra coloro che si dichiararono non disponibili ad avallare un comportamento tanto lesivo della dignità e del ruolo del nostro Paese. Il governo italiano ottenne in quella occasione precise garanzie dal governo indiano e la decisione di far rientrare i nostri fucilieri in India fu sottoscritta all’unanimità da tutti i ministri coinvolti”. Il presidente di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, afferma invece che si trattò di una “decisione vergognosa di Monti su istigazione di Passera. Il processo in India non si doveva fare e l’Italia non lo doveva accettare. C’è una strada maestra che è quella dell’applicazione del diritto internazionale” Per il momento i Marò rischiano fino a dieci anni di carcere e la Corte Suprema indiana ha deciso di convocare, come dicevamo, una nuova udienza il 18 febbraio prossimo, a seguito della richiesta della procura di processare i marò applicando il Sua act, legge antiterrorismo ed antipirateria.

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