Marò in India: i vertici di Fratelli d’Italia in piazza per protestare

Dopo le dichiarazioni del fondatore di Fratelli d’Italia, La Russa, circa l’incompresibile scelta del governo Monti di far tornare i due marò italiani in India, si è mobilitato l’intero partito che è sceso in piazza Montecitorio per protesta.  Una manifestazione spontanea dei ragazzi di Fratelli d`Italia, dopo gli ultimi sviluppi del caso marò. In strada anche La Russa, Meloni e Crosetto.

Ancora incertezza sulla sorte dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.  I due militari, in balia delle controversie tra la giurisdizione indiana e quella italiana,   sono arrivati oggi a New Delhi attorno alle 18 locali (le 13:30 italiane).  Insieme a loro e’ giunto nella capitale indiana anche il sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura, che ieri aveva assicurato ai fucilieri che  su di loro non sarà  eseguita nessuna pena di morte.

La parola data all’Italia
“Avranno libertà di movimento e potranno anche andare al ristorante se vogliono”, ha sottolineato Mistura, aggiungendo che “la parola data da un italiano è sacra: noi avevamo sospeso il loro rientro in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni”.

“La situazione si sta normalizzando, e non stiamo mandando i nostri militari allo sbaraglio, incontro ad un destino ignoto. Non rischiano la pena di morte”, ha sottolineato  sottolinea in una intervista a Repubblica il ministro degli Esteri Giulio Terzi, spiegando inoltre le ragioni delle controversie con l’India. Si è trattato di uno “strappo” necessario altrimenti “non avremmo potuto contrattare con il governo indiano le condizioni attuali, che prevedono per loro condizioni di vivibilità quotidiana nel paese e la garanzia che non verrà applicata la pena massima prevista per il reato di cui sono accusati”. E chiarendo anche di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Rispetto a due settimane fa “la tensione è salita, si sono manifestate preoccupazioni anche per l’incolumità del nostro ambasciatore, la vicenda ha avuto un risalto internazionale”. Terzi ritiene che “la mossa di riportarli in Italia e comunicare che non sarebbero rientrati abbia avuto l’effetto che ci aspettavamo, clamore a parte. Le iniziative delle procure militari e civili inoltre hanno dimostrato che anche dal punto di vista della nostra giustizia Roma non sta con le mani in mano”. E ora con l’India si è riaperto “un canale di comunicazione diplomatica e giuridica che si basa sul mutuo rispetto”. E “non ci sono più le preoccupazioni che avevamo in precedenza e ci muoviamo nell’ambito di leggi internazionali, che devono essere rispettate. Confidiamo che ciò avvenga”. La decisione è arrivata dopo un Cdm in cui “ci sono state sensibilità diverse tra i ministri, ma che tutti hanno lavorato a fondo con la volontà di trovare una soluzione che fosse equa, che ripristinasse dei regolari rapporti diplomatici con l’India e che ci desse garanzie sulla sorte dei nostri fucilieri. E ai due marò, poi, è stata comunicata “dal presidente del Consiglio”.

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