I ‘Kalibr’ per la Marina Russa che fa paura ai servizi segreti Usa

Quando Putin prese il potere in Russia si trovò ad affrontare la tragedia del sottomarino Kursk . Infatti, le acque del mare di Barents inghiottirono l’intero equipaggio del sottomarino e Putin volle incontrare i familiari dei marinai: ‘Noi sapevamo che il nostro Paese era in una situazione difficile. Che le forze armate sono in una situazione difficile. Che la nostra flotta è in una situazione se non rovinosa comunque molto complessa ma non credevo fino a questo punto. Hanno distrutto tutto. Hanno mandato in rovina tutti i mezzi. Non c’è più un soldo’. Era l’agosto del 2000. A fine 2015 le cose sono cambiate e di molto, visto i servizi segreti della Marina americana hanno pubblicato un corposo dossier di 68 pagine in cui si annuncia la pericolosità della Russia: ‘Nel corso del prossimo decennio farà grandi passi in avanti per schierare una Marina in grado di difendere il Paese con un’impressionante potenza, anche se le aree di interesse globale restano distanti dai principali presidi russi. Nonostante ciò, la flotta russa del 21° secolo sarà una delle più moderne del pianeta e gestita da una nuova generazione di militari di professione’. Consideriamo che in Russia, attraverso un governo stabile, l’economia si è stabilizzata e c’è stato uno sforzo mirato per rivitalizzare la Marina russa. Molti dei programmi sospesi per mancanza di fondi sono stati ripresi, e altri di nuova concezione sono stati finanziati. Sono state già messe in mare piattaforme sottomarine e di superficie. Il Cremlino, oggi, ha in mare 186 piattaforme, tra navi da guerra e sottomarini, che operano dall’Oceano Atlantico al Pacifico, dal Mar Nero al Baltico, dal Caspico al Mediterraneo fino all’Artico. Attualmente, la Marina russa è la terza più potente al mondo. Prima di lei la Cina, sua alleata, e gli Stati Uniti che possono ancora schierare 280 piattaforme da guerra e oltre 100 navi d’appoggio. Ma la potenza russa ha anche la possibilità di possedere e, soprattutto utilizzare, i sistemi Kalibr dal Mediterraneo fino al Mar Caspio. Il Kalibr fornisce una significativa capacità offensiva anche a piattaforme di modeste dimensioni, come le corvette, e la capacità di attaccare bersagli terrestri fissi con testate convenzionali. La proliferazione di questa capacità all’interno del nuovo sistema russo sta modificando profondamente la strategia russa. Il Kalibr è indiscutibilmente un’arma letale, può avere una portata di 450 kg di esplosivo ed è stato definito l’orgoglio della tecnologia bellica russa, con una gittata di 1.500 km e viaggia in fase terminale ad una velocità tre volte superiore a quella del suono. Kalibr è una nuova generazione della categoria Submarine Lanched Cruise Missile (SLCM) che si basa su un vecchio modello sempre sovietico noto come Granat che, a sua volta, nacque come risposta al Tomhawk americano (TLAM-N). Vi sono varianti per le forze terrestri e per le forze aeree, ma questi missili sono utilizzati, come dicevamo, più ampiamente dalla Marina. I missili da crociera Kalibr sono dotati di testate convenzionali, penetranti, frammentazione ad alto esplosivo, o cluster. Sono considerate a tutti gli effetti munizioni ad alta precisione. I missili d’attacco contro-costa possono essere utilizzati come armi deterrenti non strategiche, una caratteristica utile nell’attuale situazione di tensione con la Nato perché non sono soggetti alle limitazioni sulle forze nucleari intermedie. Ecco perché si assiste alla massiccia ‘Kalibrazione’ della Marina russa. Grazie ai missili da crociera, i sottomarini nucleari e convenzionali non dovranno più colpire le navi in mare aperto, ma nei loro porti, attaccando da lunghe distanze. Possono ora attaccare una vasta gamma di obiettivi terrestri e da direzioni poco protette dalle difese aeree. Una parte consistente della famiglia Kalibr è destinata esclusivamente per consumo interno al panorama russo, e non avendo limitazioni derivate dall’esportazione, le distanze che possono coprire sono molto elevate. Tutti questi sono missili subsonici che hanno una importante particolarità, visto che nell’ultima fase del loro percorso il missile può accelerare fino a tre volte la velocità del suono. L’accelerazione aiuta a penetrare le difese corazzate di una nave ma sono impiegabili anche contro obbiettivi blindati a terra. Questi gioielli tecnologici sono altamente precisi e possono modificare fino a 15 volte la loro traiettoria lungo il percorso. A chi accusava la Russia di aver utilizzato tecnologie così prossime a climi di guerra, il ministero della Difesa ha risposto che i proietti lanciati dagli aerei non erano più in grado di penetrare le postazioni costruite in quattro anni dai ribelli. Putin vuole terrorizzare il suo nemico, annientarlo psicologicamente prima ancora che fisicamente. La Russia utilizza questa tecnica praticamente da sempre. Asfalta il nemico dove è più vulnerabile, sfruttando le sue paure e facendoli dubitare del loro compito. Quale che sia il reale motivo strategico dietro l’uso di un’arma così complessa sarà solo il tempo a rilevarlo. La Russia per ora è forte sulla sua posizione: ‘Annientare il nemico’.

Cocis

 

 

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