I dioscuri e il loro governo di destra e di sinistra

Che il governo dei dioscuri, Di Maio e Salvini, presieduto dal Prof Conte sia di destra è un’opinione espressa da diversi osservatori. Ma in realtà non è così. Basta liberarsi delle tradizionali etichette di destra e di sinistra e ci si accorge che la coalizione giallo-verde, per il contenuto dei loro programmi, può essere definito come appartenente sia all’una che all’altra categoria.Il governo che è nato è il primo a sommare i due sogni di destra e di sinistra. Da una parte si ambisce a sterilizzare l’aumento dell’IVA e ad abbassare le aliquote fiscali su famiglie e imprese, dall’altra si ha come obiettivo di aumentare la spesa pensionistica ed istituire misure di reddito minimo( abolizione della legge Fornero e reddito di cittadinanza). Certo un governo che ambisce a più spese e meno tasse, non si era mai visto nel nostro Paese da quando s’insediò la Repubblica nell’immediato dopoguerra. Fanno bene a chiamarlo ‘il governo del cambiamento’, i suoi principali protagonisti e propugnatori, ma fanno altrettanto bene gli osservatori, allibiti da cotanta novità a chiedersi ” Dove prenderanno tutti questi soldi?” Non vorranno, forse, cogliere l’occasione di aumentare il debito pubblico e con esso il rischio di un’uscita dall’eurozona? Di fronte a queste novità cercheremo di azzardare qualche previsione con il rischio di sbagliare,del resto non sbaglia previsioni solo chi non le fa. Una prima previsione è che questo governo non sarà travolto dall’irrealizzabilità del suo programma, come sostengono i suoi oppositori, perché preferirà sopravvivere ridimensionando i suoi programmi e spostando più avanti nel tempo le sue promesse più onerose e costose. Questo per vari motivi: Il reddito di cittadinanza costa meno della flat tax e può essere facilmente spalmato nel corso degli anni, basta mettere un po’ di soldi sul reddito di inclusione e battezzarlo come reddito di cittadinanza; sul versante fiscale basta ovviare all’aumento dell’Iva, a cui già avevano provveduto in uno al reddito di inclusione i governi Renzi-Gentiloni, e Salvini è salvo, oltre poi giocarsi le carte sul blocco degli sbarchi e sulla legittima difesa. I guai cominceranno l’anno prossimo quando verrà meno l’aiuto della Bce e Mario Draghi esaurirà il suo mandato. Quasi sicuramente al governatore uscente subentrerà uno del Nord Europa che potrebbe essere influenzato dalla Germania o quantomeno in linea con il governo della Merkel. Tornando all’aiuto della Bce, il cosiddetto ‘Quantitative Easing. fino ad oggi ha tenuto basso lo spread di circa 150 punti e se si tiene conto di quanto sia arrivato nei giorni scorsi, per il ritardo nella formazione dell’esecutivo, aggiungendo il venir meno dell’aiuto della Banca Centrale Europea, il nostro Paese potrebbe ripiombare nei giorni drammatici che mandarono in crisi il governo Berlusconi e ne decretarono la fine. Seconda previsione. Proprio perché hanno promesso cose diverse e temono di deludere i rispettivi elettorati, Di Maio e Salvini saranno inevitabilmente in contrasto tra loro per decidere verso quale obiettivo convogliare le esigue risorse disponibili. Si deve tener conto anche che a prevalere tra i due sia Di Maio, che ha il doppio dei voti e le sue promesse costano esattamente la metà.A questo punto Salvini potrebbe pensare di rompere il contratto e ritornare a fare il leader del centrodestra, beninteso che questo esista ancora. Intanto il Presidente della Repubblica avrà il suo bel da fare. E’ probabile che i dioscuri potrebbero pensare ad una manovra economica espansiva, aumentando ulteriormente il debito pubblico in palese violazione dell’art 81 della Costituzione che impone il pareggio di bilancio. A questo punto pensiamo che Mattarella sarà irremovibile. Ma la commedia tragicomica delle scorse settimane sul fatto che l’Italia uscirà o meno dall’euro dovrà per forza avere uno sbocco. Dobbiamo solo attendere e vedremo. La pazienza è la virtù dei forti. O No?

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