I chili di troppo ci costano 9 miliardi l’anno

«Nel nostro Paese il 10 per cento della popolazione è obeso e il 40 per cento in sovrappeso, ma le proiezioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, entro 15 anni, portano quasi al raddoppio della prevalenza di obesità che sommata al sovrappeso interesserà circa il 70% della popolazione». A rilanciare l’allarme dell’Oms è Paolo Sbraccia, presidente della Società italiana dell’obesità, in occasione all’Italian Barometer Diabetes Forum, che si è svolto il 2 e 3 luglio a Roma, organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata e da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, grazie al contributo non condizionato di Novo Nordisk. Giunto all’ottava edizione, il Forum di quest’anno ha posto l’accento sul doppio carico dell’obesità e del diabete. A livello mondiale,  ricorda ancora Sbraccia,  l’Oms stima che circa il 58% del diabete mellito, il 21% della malattie coronariche e quote comprese tra l’8 e il 42% di certi tipi di cancro siano attribuibili all’obesità. Pertanto non sorprende che l’obesità abbia un drammatico impatto sulla qualità di vita dei pazienti,  commenta Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Cattolica di Roma e Commissario dell’Istituto superiore di sanità,  e sia responsabile della perdita ogni anno di circa 94 milioni di anni di vita aggiustati per disabilità, con un incremento di più dell’80% negli ultimi venti anni. Dati che purtroppo confermano il detto “La vita dell’uomo è inversamente proporzionale alla larghezza della cintura”,  aggiunge,  e che rivelano come questo sia ormai un problema di sanità pubblica. Tutto questo, infatti, si traduce in un costo individuale, sociale, sanitario ed economico che rischia di diventare presto insostenibile. «In termini assoluti, un obeso severo o molto severo costa 450-550 euro in più all’anno rispetto a una persona normopeso» dice infatti Antonio Nicolucci, coordinatore del Data Analysis Board di Ibdo Foundation. Un importante contributo al costo dell’obesità è determinato dalla presenza di diabete. Il sovrappeso e l’obesità rappresentano infatti la causa principale di diabete di tipo 2, a sua volta associato a un più elevato rischio di malattie cardiovascolari. In particolare, al di sotto dei 55 anni l’obesità grave aumenta di 16 volte il rischio di avere il diabete. Sopra i 65 anni la prevalenza di diabete passa dal 12,5% fra i normopeso al 38,7% fra i grandi obesi. L’Italian Barometer Diabetes Forum di quest’anno è stato anche l’occasione per ufficializzare la candidatura di Roma al Cities Changing Diabetes per il 2017. Partito da Città del Messico nella primavera del 2014, approdato in Europa, a Copenhagen, ha fatto tappa a Houston negli USA, a Shangai e Tianjin in Cina. «Si tratta di un ambizioso programma volto a far fronte alla sfida che il diabete pone nei grandi centri abitati» dice Costas Piliounis, Corporate Vice President Europe & General Manager Italia e Grecia di Novo Nordisk. I grandi centri urbani  sono infatti i più colpiti dall’epidemia di diabete. Il progetto vuole coinvolgere attivamente le autorità nell’analisi delle ragioni alla base della crescita della malattia e nell’individuazione di specifici interventi volti a contrastarne l’avanzata.

 

Circa Cocis

Riprova

Quell’allergia alle regole e ai controlli

L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com