epaselect epa08005103 A riot police officer stomps on an umbrella used by pro-democracy protesters during clashes outside the Hong Kong Polytechnic University (PolyU), in Hong Kong, China, 18 November 2019. Hong Kong is in its sixth month of mass protests, which were originally triggered by a now withdrawn extradition bill and have since turned into a wider pro-democracy movement. EPA/FAZRY ISMAIL

Hong Kong, polizia a studenti Politecnico: ‘Arrendetevi’

A Hong Kong la situazione è di altissima tensione. La notte di scontri durissimi tra manifestanti arroccati nel PolyU e la polizia ha registrato un totale di 38 feriti, di cui 5 in condizioni gravi, secondo il bilancio stilato dalla Hospital Authority. Sono invece 18 le persone segnalate in condizioni stabili, mentre 6 sono state dimesse. Un totale di 24 persone, invece, sono state ricoverate tra la mezzanotte e le 7:30 del mattino locali, e tra questi c’è anche un uomo di 84 anni.

La polizia di Hong Kong ha lanciato l’appello alla resa agli studenti arroccati nel campus della PolyU, invitati a deporre le armi e a uscire in modo ordinato. Tutti, ha assicurato un portavoce in una conferenza stampa in streaming, saranno arrestati perché “sospettati di rivolta” in vista degli accertamenti del caso. Dall’inizio delle proteste di giugno, la polizia ha arrestato 4.401 persone, di cui 3.395 uomini e 1.096 donne, in età compresa tra gli 11 e gli 83 anni.

La polizia ha reso noto di aver arrestato da venerdì a domenica un totale di 154 persone, di cui 51 solo domenica qualificatesi come personale medico, paramedico e giornalisti. Nella conferenza stampa quotidiana trasmessa in streaming, un portavoce ha assicurato che gli agenti sono determinati a permettere alle ambulanze di entrare nel PolyU al fine di trasportare i feriti in ospedale per le cure necessarie, prima dell’avvio di ulteriori indagini a loro carico.

Diverse decine di manifestanti vestiti di nero e con mascherina sono tornati in mattinata a bloccare Nathan Road all’altezza del Mira Mall. I negozi sulla Park Lane e le aree limitrofe, secondo i media locali, restano chiusi. Il blitz su Nathan Road è scattato malgrado l’invito ad allontanarsi da parte della polizia locale.

Stati Uniti e Europa condannano le violenze. Gli Usa parlano di “uso della forza ingiustificato e invitano le parti ad astenersi dalla violenza e di impegnarsi in un dialogo costruttivo”, scrive l’agenzia Reuters sul suo sito, citando un dirigente dell’amministrazione di Donald Trump, mentre nell’ex colonia britannica infuriano gli scontri. La fonte interpellata inoltre dice che l’America si rivolge alla Cina perché “tuteli la libertà di Hong Kong”, come previsto dalla dichiarazione congiunta sino-britannnica. L’Ue chiede a tutte le parti di rinunciare “all’inaccettabile violenza” e “all’uso della forza” all’università di Hong Kong, in modo da “allentare le tensioni” e tornare “ad un vero dialogo”. Così la portavoce del servizio di azione esterna dell’Ue, constatando “l’escalation di violenza” e sottolineando la “profonda preoccupazione” che destano notizie, secondo le quali i “medici che stavano portando assistenza” agli studenti “sono stati arrestati dalle autorità”. L’Ue “monitora la situazione da vicino”.

Intanto l’Alta Corte di Hong Kong ha dichiarato l’incostituzionalità del divieto dell’uso delle maschere introdotto lo scorso mese dalla governatrice Carrie Lam facendo leva sulla legislazione di emergenza, una norma che aveva suscitato violentissime polemiche. La sentenza dell’ Alta Corte, riferisce il network pubblico Rthk, stabilisce la “incompatibilità con la Basic Law”, la Costituzione locale, ed è maturata a seguito del ricorso promosso da 24 parlamentari pan-democratici.  L’Alta Corte ha sancito che il divieto dell’uso delle maschere nelle manifestazioni pubbliche, con la previsione del carcere fino a sei mesi in caso di trasgressione, sia incostituzionale perché è una restrizione dei diritti fondamentali delle persone spinta oltre il necessario. In altri termini, “eccede quello che è ragionevolmente necessario da ottenere puntando all’applicazione della legge, alle indagini e alla punizione dei dimostranti violenti”. La normativa, varata in base ai poteri d’emergenza di una ordinanza del 1922, in pieno periodo coloniale, puntava nei piani del governo a scoraggiare l’adesione di massa alle manifestazioni pro-democrazia che stanno scuotendo l’ex colonia da giugno. La polizia aveva anche il potere di ordinare o di togliere direttamente le maschere in qualsiasi momento e luogo. Sui social media, una volta diffusasi la notizia, sono apparsi foto e video di persone che consegnano le maschere a chi che si preparano ai sit-in di protesta in Central.

fonte Ansa

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