Guarguagnini: “Me ne andrò solo se sarà il premier a volerlo”

Continuano le indagini sul caso Finmeccanica. Si cercano prove in merito alle presunte mazzette che l’azienda avrebbe distribuito ai politici, in cambio di appalti dalla Holding di Stato. E’ per questo motivo che a Finmeccanica si vaglia l’ipotesi di cambi al vertice, tant’è vero che è stato convocato un Consiglio di Amministrazione per giovedì prossimo. All’ordine del giorno, ci sarà la  revisione delle deleghe del Presidente, indagato dalla Procura di Roma. Ma Guarguagnini, non ci sta. “Lascio solo se me lo chiede il premier” ha dichiarato infatti il numero uno di Finmeccanica  in un breve colloquio al Messaggero, ribadendolo anche  in un’ intervista andata in onda ieri sera su “Servizio Pubblico”, la trasmissione “multicanale” di Michele Santoro (e dedicata ieri quasi tutta al caso Finmeccanica).

“Non ho mai creato fondi neri nè li ho mai autorizzati nè ho mai chiesto a dei dipendenti di crearli” ripeteva ieri Guarguaglini al Tg1 come a “Servizio Pubblico”. “E’ possibile che qualcuno abbia fatto a mia insaputa, chiaramente la cosa va dimostrata e se i giudici lo dimostreranno l’azienda interverrà duramente”.

Guarguaglini è indagato per false fatturazioni e frode fiscale nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità degli appalti Enav. Le fatture emesse per operazioni inesistenti sarebbero state gestite attraverso la Selex Sistemi Integrati, la controllata di Finmeccanica alla cui guida c’è la moglie di Guarguaglini, Marina Grossi, indagata per gli stessi reati e in più per corruzione. Ad accusarli fra l’altro le dichiarazioni del consulente Lorenzo Borgogni (che ha accumulato 5,6 milioni di euro attraverso pagamenti da soggetti in affari con Finmeccanica). Il 14 novembre scorso, Finmeccanica, gioiello di punta delle aziende del Tesoro, ha varato i conti con una perdita netta rettificata di 767 milioni. Il titolo ha perso circa il 65% del valore da inizio anno. Ma Guarguaglini, ricorda oggi il Sole24ore, fino al 2010 è stato il dirigente più pagato d’Europa nel settore (4,3 milioni di euro lordi lo scorso anno, 5,5 nel 2008).
A decidere del futuro sarà il Tesoro, ma per ora non commenta nè palazzo Chigi nè il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Secondo il Messaggero di oggi, i nomi in lizza per la successione ai vertici sono Franco Bernabé (oggi presidente di Telecom), e quelli del ‘ticket’ formato da Mauro Moretti (a capo di Ferrovie, potrebbe diventare ad) e Gianni De Gennaro (ex capo della polizia, oggi direttore generale Dipartimento informazioni per la sicurezza, per la presidenza).

Carmela Iovino

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