Grossman a ‘Che tempo che fa’, da Fabio Fazio: ‘Per questo conflitto è stata sacrificata anche la vita di mio figlio. Questo è un male estremo’

‘Il presidente Netanyahu è un illuso’, così lo descrive lo scrittore israeliano David Grossman che lo vede preso in un dramma “ceausescuiano”. Scrive Grossman sul giornale spagnolo El Pais: “Ciò che sta accadendo in questo momento rivela il prezzo che Israele paga per essersi lasciato sedurre, per anni, da una leadership corrotta, che lo ha precipitato lungo una china pericolosa, che ha smembrato le istituzioni del diritto e della giustizia, l’esercito e sistemi educativi, che si è mostrata disposta a mettere a rischio la propria esistenza pur di evitare che il primo ministro finisca in prigione.  Vale la pena riflettere su ciò a cui abbiamo contribuito nel corso degli anni. Pensiamo alla quantità di energia, riflessione e denaro che abbiamo sprecato per lo spettacolo della famiglia Netanyahu, con tutto il suo dramma ceausescuiano. Nei grotteschi giochi di prestigio che questa famiglia ha compiuto davanti al nostro sguardo attonito”.

“Negli ultimi nove mesi milioni di israeliani hanno manifestato ogni settimana contro il governo e il suo leader – scrive Grossman –, si tratta di un processo di incomparabile importanza che mirava a restituire Israele a se stesso, all’idea grandiosa e sublime, al suo ideale iniziale: fondare uno Stato, patria nazionale del popolo ebraico. E non solo una casa: milioni di israeliani volevano creare uno Stato liberale, democratico, amante della pace, rispettoso delle convinzioni di ogni individuo. Invece di ascoltare ciò che suggeriva il movimento di protesta, Netanyahu ha preferito etichettarlo come traditore, incitare all’odio contro di lui e alimentare l’odio tra le parti. Ma sempre, in ogni occasione, ha proclamato quanto Israele fosse potente e determinato e, soprattutto, pronto, preparato a fermare qualsiasi minaccia. Lo raccontino adesso ai genitori spezzati dal dolore e al bambino gettato in un fosso. Lo raccontino agli ostaggi, che vengono distribuiti come caramelle umane tra le diverse fazioni.

Lasciamo che lo dicano ai loro elettori. Lo raccontino alle 80 brecce nel muro più perfetto del mondo. Ma ci è vietato commettere errori e seminare confusione; nonostante tutta la rabbia contro Netanyahu, i suoi scagnozzi e il suo comportamento, l’orrore di questi giorni non è stato perpetrato da Israele. Hamas è l’autore. Naturalmente, l’occupazione costituisce un crimine, ma legare centinaia di civili, bambini e genitori, anziani e malati, e spostarli dall’uno all’altro per sparargli a sangue freddo è un crimine più atroce. Anche nella gerarchia del male esiste una sorta di “scala”. Ci sono gradi di gravità del male che il buon senso e il sentimento naturale sanno distinguere. E quando assistiamo al massacro rave della Tribù di Nova, quando vediamo i terroristi di Hamas sfrecciare in motocicletta inseguendo i giovani, alcuni dei quali continuano a ballare senza rendersi conto di cosa sta succedendo, quando li vediamo abbattuti, li inseguono come selvaggi animali e vediamo giustiziarli con urla di gioia… Non so se dobbiamo chiamarli ‘bestie feroci’, ma senza dubbio hanno perso il lato umano”.

Lo scrittore israeliano, David Grossman ospite a «Che Tempo che Fa» sul Nove:

«Da 40 anni a questa parte scrivo di questo conflitto, ci penso, è una situazione personale. La mia famiglia ha pagato un prezzo altissimo, la vita di mio figlio Uris è stata sacrificata 17 anni fa. Ci sono momenti in cui si comprende che il male non è sempre uguale alle altre forme di male. Questo è un male unico, estremo. È un male che non abbiamo mai conosciuto prima. L’obiettività in questo caso, perdonatemi, è una copertura del nostro “Paradiso”. Questo è diverso dagli altri massacri, è un pericolo esistenziale»

Aldo Grasso, cosa staranno pensando oggi i dirigenti Rai leggendo i risultati degli ascolti di Che Tempo che fa, al suo debutto sulla Nove?

‘L’amministratore delegato Roberto Sergio sarà molto dispiaciuto, perché sa come funziona la televisione e sa cosa ha perso. Il direttore generale Giampaolo Rossi credo non se ne renda neanche conto. Vedo una Rai divisa a metà, tra chi ama la televisione e chi ama il potere, pensando sia sufficiente occupare posti per ottenere risultati. Fazio è l’errore più grande della Rai. L’intervista a Grossman era servizio pubblico”.

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