Beppe Grillo sul palco di Italia 5 Stelle al Circo Massimo, Roma, 21 ottobre 2018. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Grillo, tra corsi di formazione politica e doppio mandato inderogabile

 Marco Morosini, docente di politica ambientale al Politecnico di Zurigo, al fianco di Grillo dal ’92  entrerà in aiuto al Movimento, definito dallo stesso Morosini ‘un’automobile con il motore di sinistra ecologista e il volante di destra populista’.

Il neo-ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che avrà il compito di traghettarci in chissà quale verde distesa paradisiaca. L’apertura della prima lezione di comunicazione per i deputati e senatori del M5S è stata subito all’insegna dell’ironia che caratterizza il comico genovese, invitandoli a studiare. «Siete dei miracolati», ha aggiunto e su questo è veramente difficile dargli torto. Dovete leggere, essere curiosi! Al monito per i seguaci ecco arrivare inesorabile la sferzata di umiltà che contraddistingue Grillo: «Io sono l’Elevato e Cingolani il Supremo».

Grillo è impegnato a tracciare il tragitto del Movimento guidato da Giuseppe Conte. Il punto basilare che fissa è legato ai due mandati: ‘Se si deroga al limite dei due mandati il M5S raggranellerà il 5%, e chi oggi chiede che si bypassi la regola, risalente alle origini del Movimento, resterà comunque fuori dal Parlamento’. Questo il ragionamento che Beppe Grillo ha condiviso con chi gli è più vicino, non nascondendo le preoccupazioni per il terremoto che la sua posizione -comunicata all’assemblea dei parlamentari 5 Stelle- ha provocato al Movimento, con i ‘big’ che chiedono che ora sia Giuseppe Conte a risolvere la questione.

Bocche cucite negli ambienti vicini all’ex premier su quel che Conte intenda fare. Ma la posizione di Grillo, su questo, appare granitica: non si può derogare, la convinzione del garante del Movimento riportata da chi più gli è vicino. Nei giorni scorsi al fondatore del M5S è stata sottoposta la proposta per una piattaforma alternativa a Rousseau, che diventerebbe ‘patrimonio’ del Movimento. Ma anche su questo fronte ogni decisione appare prematura: prima, viene spiegato, va risolto il rapporto con Rousseau.

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