Grillo scrive discorso di addio al Cav: Amici della sinistra siete miei servi

Beppe Grillo, camaleontico e provocatore, già sogna quello scranno vuoto a Palazzo Madama che per un po’ fu di Silvio Berlusconi. Il leader del M5S immagina, come fece già Bettino Craxi, di assistere ad un discorso di ‘addio’ che l’ex presidente del consiglio dovrebbe pronunciare nell’Aula del Senato. E così prova ad immaginare cosa potrebbe dire il leader del Pdl e si improvvisa suo ghost writer. E non sono parole ‘inutili’: il Beppe nazionale utilizza il Cav per denunciare quel consociativismo centrosinistra-centrodestra che ha caratterizzato la storia politica italiana nell’ultimo ventennio. Se Silvio Berlusconi fino ad oggi ha potuto cavalcare la scena politica è perché il centro e la sinistra non l’hanno mai ostacolato: anzi vivevano e vivono grazie al Cav.

“Craxi spiegò in Parlamento – si legge nel post pubblicato sul blog di Grillo –  che se rubava lui, rubavano tutti. Nessuno si alzò in piedi per contestarlo”. “Ora c’è una larga attesa, figlia delle larghe intese, sul discorso che un pregiudicato, amico fraterno, non a caso, diBottino, farà alle Camere riunite”, si legge sul blog. E Beppe Grillo veste i panni di ghost writer e scrive “le parole di commiato ai parlamentari” che dovrebbe pronunciare Berlusconi. “Cari, carissimi (quanto mi siete costati) parlamentari, se oggi sono qui è per mandarvi a fanculo. Se io sono un delinquente voi siete i servi di questo delinquente, i suoi soci in affari, i suoi dipendenti. Mi rivolgo soprattutto ai banchi della sinistra che mi è stata vicina in tutti questi anni con l’approvazione delle leggi vergogna, dell’indulto, dello Scudo Fiscale. Quanti bei ricordi assieme. E la scorpacciata del Monte dei Paschi? Indimenticabile. E ora vi voltate dall’altra parte, compreso Enrico Letta che spese parole di miele per me invitando a votarmi al posto del M5S (in verità le spese anche per Andreotti e per Monti, è un ragazzo volubile…). Lui che deve tutto a suo zio che a sua volta deve tutto a me”. “Se io sono colpevole – si legge ancora nel post – voi siete colpevoli di avermi tollerato, coperto, aiutato in ogni modo sapendo perfettamente chi ero. Non mi sono mai nascosto, al contrario di voi”. “Finocchiaro, D’Alema, Violante dove siete? Non potete lasciarmi solo. Potrei essere indotto, più dalla rabbia che dalla disperazione, a rivelare la storia di questi vent’anni agli italiani intontiti dalle televisioni che voi graziosamente mi avete regalato. Senza di me voi non sareste mai esistiti. Senza di voi, che avete ignorato per me qualunque conflitto di interessi, io non sarei mai esistito o forse avrei accompagnato il mio sodale aHammamet. Siamo legati come gemelli dalla nascita. E ora mi lasciate solo, ai domiciliari o ai servizi sociali per una semplice frode fiscale? A fanculo, dovete andare. Io non sono certo peggio di voi. I padroni, anche i più ributtanti, sono sempre migliori dei loro servi!”, termina il post.

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