Grecia, ultimatum dall’Ue: ‘Fate di più’

Riprenderanno domani i negoziati tra le autorità greche e l’ex Troika. L’Eurogruppo di ieri a Bruxelles, che doveva esaminare il dossier greco, si è chiuso con un sostanziale nulla di fatto. In un comunicato il Governo greco ha rimarcato di voler continuare ad aggiornare la lista delle riforme ed in cambio le istituzioni sono disponibili a risolvere i problemi finanziari della Grecia. Di fatto, però, non si è ancora trovato un punto di caduta che consenta di sbloccare il finanziamento del debito ellenico.  Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha confermato che domani riprenderanno i negoziati con le istituzioni per una conclusione rapida e di successo. Il negoziato con la ex Troika avverrà a Bruxelles, ma allo stesso tempo i rappresentanti saranno anche ad Atene. “Abbiamo concordato che non c’è tempo da perdere” ha aggiunto Dijsselbloem. Per la conclusione del programma con la Grecia “non devono essere prese azioni unilaterali ed i precedenti impegni devono essere sempre mantenuti”, ha ammonito il ministro olandese delle Finanze.  Dijsselbloem aveva in precedenza accolto positivamente le misure per accelerare la riscossione fiscale ma ha sottolineato: “La Grecia ha urgente bisogno di soldi perché le casse del Paese sono quasi vuote, ma c’è ancora bisogno di qualche passo ulteriore prima che i soldi possano essere versati. Abbiamo chiesto venti riforme, ne sono arrivate solo sei”. Dijsselbloem ha escluso che gli aiuti dai partner europei possano essere pagati questo mese, perché i greci devono dimostrare di aver compiuto questi passi”. E anche dagli Usa arriva la richiesta, alla Grecia, di nuove riforme. Il ‘falco’ Dijsselbloem aveva già lanciato un vero e proprio ultimatum ad Atene: “Abbiamo detto che sosterremo la Grecia se prosegue sul cammino delle riforme, ma il confronto sulle riforme deve ripartire al più presto possibile, stiamo perdendo troppo tempo, l’estensione degli aiuti è solo per 4 mesi e abbiamo già perso due settimane. Siamo pronti a sostenere Atene sulla base del programma esistente, ma finora poco è stato fatto sul fronte dell’attuazione, ora il punto principale è non perdere tempo. Per quanto riguarda la lettera con le sette riforme inviata dal collega greco, Varoufakis, il giudizio è cauto: “Può essere parte delle discussioni ancora da avviare, ma abbiamo già perso due settimane e il negoziato reale ancora non è iniziato quindi basta perdere tempo, bisogna cominciare a lavorare subito”. Inevitabile l’impatto sul borsino di Atene che chiude in forte ribasso. L’indice Bs Ase lascia sul terreno il 4,18% tra cali a due cifre delle maggiori banche, in un clima surriscaldato dal confronto tra il governo greco e Bruxelles sulle riforme in cambio degli aiuti al Paese. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, non pare soddisfatta di quanto sinora fatto da Atene: “La nostra politica è che la Grecia resti nell’Eurozona. Per molti anni abbiamo lavorato per questo, ma naturalmente ci sono due facce della stessa medaglia: una è la solidarietà e l’altra è la determinazione a spingere sulle riforme; se la via è questa c’e’ ancora molta strada da fare”, gelando sul nascere le speranze di un’intesa. Altrettanto netto il ministro tedesco delle Finanze, il ‘rigorista’ Wolfgang Schaeuble. Sulla Grecia “non c’è niente di nuovo, non è successo quasi nulla dal nostro ultimo Eurogruppo, ora è soprattutto una questione per la Troika”, ha detto rispolverando il termine Troika che proprio Tsipras aveva chiesto di non usare più. Tsipras che venerdì sarà a Bruxelles per un incontro fra il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Ma non sono solo i Paesi rigoristi ad essere insoddisfatti dall’atteggiamento di Atene. Per vedere sbloccati una parte degli aiuti la Grecia deve “attuare una parte degli impegni”, ha avvertito il ministro dell’economia irlandese, Michael Noonan, entrando all’Eurogruppo. “Ora è tempo di muoversi verso il livello tecnico del negoziato, non sta ai ministri avere a che fare con le singole proposte” del Governo greco, ha aggiunto. Dublino è uno di quesi Paesi che dopo aver ricevuto gli aiuti dall’Europa ha dovuto mettere in atto pesanti riforme strutturali. L’Eurogruppo deve valutare il pacchetto di riforme che Atene ha inviato nei giorni scorsi all’Unione allo scopo di ottenere il rifinanziamento del debito. Ma che la strada fosse in salita era chiaro e che si è determinata con un nuovo flop per la riunione dei ministri delle Finanze, alla quale il greco Yanis Varoufakis doveva portare la richiesta esplicita di allontanare definitivamente la Troika da Atene, dando a dei “team tecnici” basati a Bruxelles il compito di valutare le riforme greche prima di ciascuna riunione europea. Atene, invece , deve tornare sotto la supervisione della Troika (Ue, Bce e Fmi). Stavolta, però, la triade vigilerà da Bruxelles senza scendere direttamente nella penisola ellenica. Dal governo di Tsipras filtra invece la disponibilità a rivedere le riforme: dopo la presentazione del piano in sette punti, giudicato troppo vago, la Grecia dovrà specificare meglio le sue intenzioni.  Atene sarebbe pronta a rendere più stringenti le misure per tagliare l’evasione: fonti ufficiali dell’esecutivo parlano dell’introduzione di scontrini-lotterie, sul modello del Portogallo, per favorire la richiesta della ricevuta fiscale da parte dei consumatori.  Una tabella di marcia forzata per arrivare a incassare almeno una parte della tranche da oltre 7 miliardi di finanziamenti che si aspetta dai partner internazionali. Anche perché la Grecia deve rimborsare al Fondo monetario internazionale circa 1,5 miliardi entro marzo. Sul punto, le fonti governative precisano che ci sono le risorse per rimborsare entro il 13 marzo la seconda tranche di prestiti al Fmi. Venerdì scorso il governo di Atene ha pagato 310 milioni di dollari della prima trance del prestito e il 13 marzo scade la seconda trance da 350 milioni di dollari. Seguiranno una terza tranche da 580 milioni che scade il 16 marzo e una quarta trance da 350 milioni che scale il 20 marzo. La Grecia potrebbe non avere i soldi per rimborsare la seconda trance. 

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