Grecia, manifestanti in piazza Syntagma: “No alla Troika”

Blindati e forze di polizia hanno iniziato a presidiare piazza Syntagma, ad Atene, davanti al Parlamento greco dove è in corso il dibattito sulla seconda tranche di riforme chieste dall’Ue al governo di Tsipras per sbloccare i finanziamenti ed evitare il default. Al momento la situazione è tranquilla e attorno al palazzo del Parlamento ci sono cinque pullman blindati mentre almeno una ventina di agenti, senza però indossare caschi e scudi, hanno occupato la zona della piazza di fronte all’ingresso della stazione della metropolitana, che, riportano i media greci, dovrebbe rimanere aperta a differenza di quanto annunciato precedentemente. L’arrivo del corteo, organizzato da Adedy, il sindacato più rappresentativo del settore pubblico, dovrebbe essere previsto non prima delle 20.30 locali. “Organizziamoci contro la Troika della guerra”, è lo striscione che i primi manifestanti arrivati in piazza Syntagma hanno portato per protestare contro il pacchetto di riforme che il governo dovrà votare questa sera in Parlamento. In piazza ci sono circa 500 persone, tra cui diversi insegnanti delle scuole private di lingue. “Lingue straniere = sviluppo – hanno scritto su uno striscione -. +23% Di Iva = sottosviluppo”. I greci, dicono,  sono i primi in Europa a ricorrere alle lezioni di lingua straniera. I pesantissimi tagli imposti dall’Europa colpiscono tutti i giovani greci e un’intera generazione. Al momento la situazione in piazza resta ancora tranquilla e non c’è traccia di anarchici, con il passare delle ore sta aumentando il presidio delle forze di polizia. Con il passare delle ore si approfondisce sempre di più il solco fra il premier greco e leader di Syriza, Alexis Tsipras, e l’ala più radicale del suo partito che lo critica duramente per le scelte fatte durante i negoziati con i creditori internazionali della Grecia e per l’accordo raggiunto a Bruxelles. Sul sito iskra.gr, la Piattaforma della Sinistra, l’ala più radicale di Syriza, risponde oggi alle recenti dichiarazioni del primo ministro sulla vicenda sostenendo che Tsipras, dopo cinque mesi e mezzo di trattative, ha sostanzialmente ammesso di non avere avuto un’alternativa alle richieste dei creditori e si chiede come ciò possa ridurre le sue responsabilità. La Piattaforma della Sinistra prosegue chiedendosi perché il premier abbia continuato a pagare i creditori saccheggiando i fondi pubblici, invece di nazionalizzare le banche e sospendere i pagamenti. E continua domandandosi perché Tsipras, se non aveva alternative, non abbia accettato un accordo meno oneroso a febbraio. La Piattaforma della Sinistra infine accusa Tsipras anche di collusione con i media allo scopo di diffondere menzogne per screditare gli studi, i libri e le pubblicazioni scientifiche circa i benefici per la Grecia della Grexit, l’uscita del Paese dalla zona euro.

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