epa04383543 US President Barack Obama, (R), and British Prime Minister David Cameron meet children at Mount Pleasant Primary School in Newport, South Wales, 04 September 2014. Obama visited the school with Cameron, before attending a two-day NATO summit at Celtic Manor Resort in Newport. World leaders from about 60 countries are coming together for a two-day NATO summit taking place from 04-05 September 2014. EPA/CHRISTOPHER JONES / POOL

Gran Bretagna, moduli scolastici distinguono italiani meridionali da italiani

‘Italiani’,  ‘Italiani-Siciliani’ e ‘Italiani-Napoletani’,  e’ polemica sui moduli d’iscrizione messi online da alcune circoscrizioni scolastiche britanniche di Inghilterra e Galles in cui spunta questa inopinata distinzione etnico-linguistica riservata ai bambini provenienti dalla Penisola. Distinzione che suscita sdegno nelle famiglie e innesca una pungente nota di protesta verbale dell’ambasciata d’Italia nel Regno Unito: ‘Siamo uniti dal 1861’, fa presente al Foreign Office l’ambasciatore Pasquale Terracciano, lasciando trasparire un’evidente punta di sarcasmo dietro il rispetto delle forme codificate della diplomazia.

 A denunciare l’accaduto sono stati per primi alcuni genitori, allibiti di fronte all’indicazione,  fra i dati richiesti,  di questa stravagante tripartizione di etnia e di idioma come una sorta di variante italiana. Il loro racconto, rimbalzato su un paio di media in Italia, ha indotto a compiere subito una verifica. E in effetti si e’ scoperto che era tutto autentico.

Nessuno scherzo, nessun equivoco. Si tratta di iniziative locali,  spiega all’Ansa l’ambasciatore Terracciano,  motivate probabilmente dall’intenzione d’identificare inesistenti esigenze linguistiche particolari e garantire un ipotetico sostegno. Ma di buone intenzioni  e’ lastricata la strada dell’inferno,  specie quando diventano involontariamente discriminatorie, oltre che offensive per i meridionali.

Di qui la decisione di un passo ufficiale attraverso la nota al Foreign Office, il ministero degli Esteri di Sua Maesta’, nella quale si chiede l’immediata rimozione di questa indebita caratterizzazione pseudo-etnica, che nulla ha a che fare con l’importanza dei genuini connotati regionali o dei dialetti italiani. E si conclude ricordando appunto come l’Italia sia dal 17 marzo 1861 un Paese unificato.

L’episodio s’inquadra in una stagione delicata per la Gran Bretagna, alle prese con la prospettiva della Brexit, il divorzio dall’Ue, in un clima nel quale su temi come il flusso dei migranti o l’apertura agli stranieri non sono mancate fibrillazioni ne’ eccessi: nella società come nella politica. Un clima che a livello locale si riflette anche nella grave carenza di conoscenza della realtà italiana, di fatto nell’ignoranza diffusa su altri Paesi, che questa vicenda testimonia. Riproponendo, come in una sgangherata macchina del tempo, una visione tardo ottocentesca della nostra immigrazione. E forse dell’Italia tout court.

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