Governo: si riapre il dialogo M5s-Pd, si lavora ad un testo unitario

Con l’arrivo della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha preso il via al Quirinale il secondo giro di consultazioni del Capo dello Stato Mattarella, per la formazione di un nuovo Governo. Dopo Casellati, è stato  il turno del presidente della Camera, Roberto Fico, seguito dalla delegazione del gruppo misto del Senato e del gruppo misto della Camera. Oggi le consultazioni inizieranno alle 10 con il gruppo parlamentare per le autonomie del Senato, a seguire il gruppo LeU della Camera (10,30) e Fratelli d’Italia (ore 11). Nel pomeriggio il Presidente Mattarella ricevera’ il Pd alle 16, Forza Italia alle 17, la Lega alle 18 e il M5S alle 19.

‘Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità’, così in una nota il Movimento 5Stelle.

‘Sono ottimista, ci sono passi avanti’,  ha detto il capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci, arrivando al Nazareno, in merito all’accordo con il M5S per la formazione di un nuovo governo.

‘Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte’,  precisa in una nota il Movimento 5 Stelle: ‘In una fase cosi delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe’.

Secondo il Pd la richiesta di Di Maio di diventare vicepremier è stato uno degli ostacoli sui quali si è incagliata la trattativa. Ora questo ingombro, se mai c’è stato, viene ufficialmente rimosso, non solo dal diretto interessato, Di Maio, ma anche da Palazzo Chigi. Entrambi, infatti, smentiscono che il vicepremier del governo uscente ambisca al Viminale. In realtà, Di Maio smentisce di averlo mai chiesto. Già questa mattina aveva fatto sapere di non avere mai avanzato questa richiesta, aggiungendo la formula di prassi, un po’ trita, che ai 5 Stelle interessano ‘i temi’. Fonti vicine a Palazzo Chigi spiegano: ‘In presenza del presidente Conte non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso’. Il Pd ha già fatto sapere di non avere obiezioni alla presenza del leader politico dei 5 Stelle nell’esecutivo, ma il nodo è il posto. Di Maio ambirebbe a diventare vicepremier. Ma il Pd, considerando Conte non più un premier terzo ma in quota 5 Stelle, rivendica per sé la carica di vice.

‘Luigi e tutto il M5S stanno lavorando per il bene del Paese. Accordarsi col Pd? Certo che non è semplice e ve lo dice chi ha condotto in prima linea la battaglia per salvare la Costituzione dall’attacco di Renzi. Ma oggi la situazione è diversa’,  scrive su Facebook il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che poi prosegue: ‘Siamo di fronte a un bivio’.Secondo il ministro, da una parte c’è il rischio dell’abisso per l’Italia, con l’aumento dell’Iva nel breve termine e un governo con Berlusconi di nuovo protagonista, magari addirittura nella veste di presidente della Repubblica nel medio termine, dall’altra la possibilità di scrivere a quattro mani un accordo con il Pd di Zingaretti, in cui le parti possano vincolarsi ai punti in esso contemplati. Punti che il M5S ha ben descritto dopo il primo giro di consultazioni. Punti su cui il Pd si deve ancora esprimere con piena chiarezza.
Tre posizioni nel Misto alla Camera. La maggioranza delle componenti è ‘leggermente disponibile a valutare di sostenere’ il futuro governo con la nuova maggioranza ‘con riserva di conoscere programmi e persone’. Le Minoranze linguistiche, invece, ‘si asterranno nel momento genetico di formazione e valuteranno caso per caso’. Infine, ‘Noi con l’Italia’ di Maurizio Lupi sarà all’opposizione. I nostri parlamentari non sosterranno e non voteranno la fiducia, ha detto Lupi, faremo un’opposizione seria senza convocare la piazza.Apprezzamento per la parole di Marcucci dal M5s: “Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità”.  

In campo anche i pontieri. ‘Nessun veto su Conte. Dialogo bruscamente interrotto non capiamo perché, speriamo riprenda’, dice Delrio. ‘Che Conte non sia il punto è un grandissimo passo avanti, la trattativa non è saltata’, fa eco D’Uva.

‘Giuseppe Conte uomo di grande talento, spero resti presidente del Consiglio’, così il presidente Usa su Twitter.

Matteo Salvini, dal canto suo,  smaschera l’inciucio Movimento 5 Stelle-Partito Democratico. Il ministro dell’Interno è tornato a parlare e lo ha fatto con un video in diretta Facebook con il quale attacca la trattativa giallo-rossa.

‘Più che un Conte-bis sembrerebbe un Monti-bis.  Conte stava preparando da tempo questa operazione su consiglio della Merkel e di Macron. Queste due forze non vanno d’accordo su nulla tranne che nell’odio per Salvini e per la Lega. State perdendo giorni su giorni e non trovate accordo sui ministeri. Non sui progetti, ma sulle poltrone, sembra di essere tornati ai tempi della Prima Repubblica, ai tempi di De Mita e di Fanfani. Ognuno è libero di farlo, ma fate in fretta. Anche se sono certo che il presidente Mattarella non permetterà questo mercimonio’, l’affondo del leader della Lega.

‘Litigano sulle poltrone, torna la Prima Repubblica’, attacca Salvini. Dalla Lega tornano segnali di apertura al M5s.

Governo e Meloni su Fb con la scatoletta di tonno: ‘M5S e Pd asseragliati, noi li tireremo fuori’.

 

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