Governo. Monti completa la sua squadra: Griffi ministro P.A., tre vice ministri e 25 sottosegretari

Un nuovo ministro, Filippo Patroni Griffi alla Funzione pubblica, tre viceministri e 25 sottosegretari, tutti tecnici (o quasi). Il premier Mario Monti, dopo 12 giorni, completa la sua squadra di governo e chiude una partita che negli ultimi giorni si era assai complicata per il no di diversi partiti della maggioranza a fornire propri uomini all’esecutivo. Alla fine ha scelto il presidente del consiglio, di concerto con i vari ministri, sulla base delle indicazioni di tecnici d’area fornite dai partiti. Una decisione che gli stessi partiti hanno appreso solo a cose fatte, e dalle agenzie. Non tutti hanno gradito questa “imposizione”, nonostante qualche summit notturno: Palazzo Chigi ha fatto praticamente quasi tutto da solo perché i partiti non hanno voluto metterci la faccia. Le misure economiche anti crisi da varare saranno troppo dure per farle digerire ai propri elettori, quindi meglio ripiegare sui “tecnici di area”.

Ma che la partita dei sottosegretari si fosse complicata, lo si è capito anche dal ritardo con cui si è tenuto il Cdm per varare la lista: convocato alle 19, è iniziato solo alle 20:25, per chiudersi dopo appena 20 minuti. Un ritardo legato alla nomina di Patroni Griffi a ministro della Funzione pubblica. La necessità di indicare un ministro vero e proprio per la P.A. era emersa nel corso del colloquio di Monti al Quirinale con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Nonostante quello di Patroni Griffi sia un nome bipartisan, vicino all’ex ministro del Pd Franco Bassanini ma anche all’ex ministro del Pdl Renato Brunetta, che lo ha nominato alla Covip, un pò di maretta sembra che ci sia stata. Tuttavia, sarebbe stato il sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà a sollevare qualche dubbio sulla scelta, dubbi poi comunque superati. Come sono stati superati i dubbi di Vittorio Grilli, in predicato da giorni di assumere la carica di vice all’Economia, ma con il giallo sulla possibilità di mantenere il doppio incarico di direttore generale dello stesso ministero di via XX settembre.

Dei tre vice si sa quasi tutto, sugli altri si sa ad esempio il passato, nella stessa carica ma col governo Prodi, di Giampaolo D’Andrea ai rapporti con il Parlamento insieme all’ex segretario generale di palazzo Madama Antonio Malaschini. All’editoria Carlo Malinconico, all’Informazione e comunicazione Paolo Peluffo, già portavoce di Ciampi, agli Affari Esteri Marta Dassù e Staffan de Mistura, all’Interno Carlo de Stefano, Giovanni Ferrara e Saverio Ruperto.

I sottosegretari alla Giustizia saranno in due: Salvatore Mazzamuto, già laico del Csm e consigliere di Angelino Alfano a via Arenula e Andrea Zoppini, alla Difesa Filippo Milone e Gianluigi Magri, già sottosegretario all’Economia in quota Udc nel secondo governo Berlusconi. Oggi all’Economia vanno, oltre a Grilli viceministro, i sottosegretari Vieri Ceriani e Gianfranco Polillo, già capo dipartimento Affari Economici di palazzo Chigi ma anche consigliere del Pdl. Allo sviluppo Economico vanno invece Claudio De Vincenti, economista che ha collaborato con Vincenzo Visco alle Finanze, e Massimo Vari. Alle Politiche Agricole Franco Braga, all’Ambiente Tullio Fanelli, alle Infrastrutture Mario Ciaccia sarà viceministro, e Guido Improta sottosegretario. Il terzo viceministro sarà al Lavoro Michael Martone e Cecilia Guerra sottosegretario. Alla Salute Adelfio Elio Cardinale, all’Istruzione Elena Ugolini e Marco Rossi Doria. Infine ai Beni Culturali Roberto Cecchi.

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