Governo e legge di Stabilità

In attesa della pubblicazione dei testi definitivi, vengono annunciati da Per Carlo Padoan alcuni dettagli della legge di stabilità.  Questa è una manovra finanziaria che vale 36 miliardi di euro, ed uno dei “pezzi forti” per i datori di lavoro è la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato, per favorire i giovani in cerca di prima occupazione, disoccupati e precari. Lo sgravio non sarà applicato nei confronti di quei lavoratori che hanno già goduto di altre agevolazioni legate all’assunzione a tempo indeterminato. Sono previsti anche 300 milioni di risorse destinate al credito d’imposta per ricerca e innovazione. Gli 80 euro di bonus in busta paga nell’approvazione definitiva del testo diventano una detrazione e non più un bonus aggiuntivo,  e non cambia la platea a cui viene erogata.  Nella legge di stabilità ci sono 100 milioni di euro a garanzia per l’anticipo del trattamento di fine rapporto, per chi vorrà averlo in busta paga. Le banche che anticiperanno alle imprese le risorse per pagare il Tfr in busta paga, avranno la stessa remunerazione che oggi viene garantita al Tfr in azienda. Il meccanismo prevede che, di fronte alla richiesta del dipendente, l’impresa si faccia certificare dall’Inps il diritto alla prestazione. La certificazione trasmessa alla banca porta all’erogazione del finanziamento. Il provvedimento previo decreto attuativo e successivo protocollo tra ministeri, dovrebbe essere operativo a metà 2015 con effetto retroattivo dall’inizio dell’anno. Nella legge di stabilità sono previsti anche 800 milioni per le partite IVA che hanno un reddito basso. Nel menù della legge di stabilità è previsto anche 1 miliardo di risorse per scuole, sicurezza ed impresa, per la stabilizzazione di 149 mila precari. In questa manovra è prevista anche la lotta all’evasione, per la quale si stima di ottenere 3,8 miliardi.  Renzi ha affermato che questa lotta non si fa fermando i clienti che escono dai negozi, ma incrociando le banche dati. Dei 36 miliardi della manovra del 2015 la metà è rappresentata da tagli alle tasse.

Fabio D’Amora

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