League party leader Matteo Salvini (C) speaks next President of Fratelli d'Italia party (Brothers of Italy) Giorgia Meloni (L) and Forza Italia leader Silvio Berlusconi following a talk with Italian President Sergio Mattarella at the Quirinale palace in Rome, Italy, April 12, 2018. REUTERS/Max Rossi

Governo e disorientamento dei cittadini

In attesa del nuovo giro di consultazioni al Quirinale, le posizioni dei partiti, a due mesi dal voto del 4 marzo, appaiono di fatto immutate.  Su una cosa sono tutti d’accordo. Rivendicare l’incarico, o il pre-incarico, per il centrodestra, e in particolare per Matteo Salvini. O comunque per una personalità indicata dal leader della Lega. Ma sulla maggioranza parlamentare che dovrebbe sostenere il nuovo esecutivo non ci sono certezze.

Lunedì,  il Capo dello Stato riceverà per le consultazioni la delegazione unitaria del centrodestra, si troverà di fronte tre leader che oggi non offrono garanzie sui numeri che dovrebbero far nascere il governo. Salvini, a quanto pare, è pronto a ricevere l’investitura presidenziale,  a condizione di non dover chiedere i voti sul suo programma al Partito democratico.

Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno alcuna preclusione su chi dovrebbe sostenere il governo, purché si condividano i punti riguardanti fisco, lavoro e immigrazione. L’incaricato, nell’idea degli alleati di centrodestra, dovrebbe andare alle Camere a cercare i voti, forte dell’investitura presidenziale.

 Come si diceva, Salvini non vuole avere nulla a che fare con i dem, ma oggi apre all’appoggio di parlamentari provenienti da tutte le altre forze politiche.

I leghisti danno 48 ore di tempo a Luigi Di Maio per tornare al tavolo, ma sembra impossibile che il capo politico pentastellato torni sui propri passi: ‘In questi ultimi tre giorni noi siamo disponibili a ragionare, poi la palla passa al presidente della Repubblica. Sta ai 5 Stelle dimostrare che il loro 32 per cento è utilizzabile per formare un governo’.

Le urne, alle quali Berlusconi è assolutamente contrario, sono ancora considerate l’ultima ratio: ‘Di certo non abbiamo paura’.  Nei desideri dei leghisti, se alla fine Mattarella decidesse per un governo a termine, allora l’incarico dovrebbe andare ugualmente a uno dei loro. Ma il rischio è che un simile esecutivo non ottenga la fiducia in Aula e sia costretto a dimettersi prima ancora di cominciare a lavorare. Sembra improbabile, in queste condizioni, che il Quirinale regali a uno dei contendenti la gestione di tutta la fase precedente il voto.

Mattarella non darà incarichi al buio.  Di fatto, l’unica opzione rimasta sul tavolo dei leghisti, che oggi riuniranno il consiglio federale, è quella del governo di scopo: ‘Si può fare solo un governo a tempo per la legge elettorale’, ha detto oggi il neo presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commentando l’ipotesi di un’intesa con i dem. Per riformare il Rosatellum, si potrebbe dunque accettare anche il contributo del Pd. A patto che dopo l’aggiunta del premio di maggioranza si torni subito a votare. Forza Italia dal canto suo sarebbe disponibile a dire sì a un governo di minoranza a guida centrodestra, oppure a un governo del presidente con tutti dentro. Già la prima ipotesi non entusiasma il Carroccio. Della seconda, i leghisti non vogliono sentir parlare.

L’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento,  ha chiesto agli italiani quale alleanza di Governo sarebbe oggi preferibile per il Paese: se un terzo dei cittadini guarda ormai ad un ritorno alle urne entro l’anno, 3 italiani su 10 continuano ad auspicare un Esecutivo del Movimento 5 stelle con la Lega. Minoritario appare, tra il 16 ed il 15 per cento, il sostegno ad un Governo dell’intero Centro Destra con il M5S e ad un Esecutivo M5S-PD: di fatto le due soluzioni al centro delle consultazioni delle scorse settimane. In coda, nelle preferenze dei cittadini, un Governo del Centro Destra con l’appoggio del PD, indicato da appena 6 intervistati su 100.

Poco gradita agli italiani si conferma l’ipotesi di un Governo di Centro Destra con l’appoggio del PD: è una soluzione, quest’ultima, vista positivamente soltanto dal 56% degli elettori di Forza Italia. Favorevoli risulterebbero appena il 18% di chi ha votato il Partito Democratico ed il 9% degli elettori di Salvini.

Dopo due mesi di trattative senza risultati – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – aumenta il disorientamento dei cittadini: un primo segno emerge dalla fiducia degli italiani nel Parlamento che, a poco più di un mese dall’insediamento delle Camere, si riduce dal 18 al 16%.

Circa Redazione

Riprova

Voto in condotta, il Senato approva ddl Valditara, che passa alla Camera

È stato approvato nell’Aula del Senato con 74 sì, 56 no e nessun astenuto il …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com