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“La cosa che mi risulta più incomprensibile, in questa vicenda dell’assurdo degna del teatro di Ionesco, è la scelta di Berlusconi. Come può essersi fatto risucchiare, il capo della destra moderata e liberale che vuole stabilità e certezza del futuro, dall’estremismo di Salvini e Meloni arrivando a mettere in discussione Mario Draghi?”. Lo dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail.
“Di Fratelli d’Italia, che è sempre stata all’opposizione, e della Lega, non mi stupisco. Anche se Salvini dovrà fare i conti con una crescente opposizione interna. Ma da Berlusconi e Tajani non me lo sarei aspettato. E non se lo sarebbero mai aspettato esponenti di primo piano come Renato Brunetta e Maria Stella Gelmini, che hanno lasciato il loro partito a causa della pericolosa deriva populista che potrebbe imboccare. Alle imprese in difficoltà, al potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni fiaccato dall’inflazione, andavano date risposte subito, prima della legge di Bilancio. Ma con questa assurda crisi di Governo così non sarà e a pagare i prezzi maggiori saranno i più deboli ed esposti”.
