Governo britannico e tassa sugli assorbenti

LONDRA. Toni trionfalistici da parte del governo britannico per l’accordo  in sede Ue destinato, secondo quanto affermano i media di Londra, a spianare la strada verso l’azzeramento della cosiddetta ‘tassa sugli assorbenti’: un imposta del 5% sui prodotti sanitari prevista finora dalla normativa comunitaria e divenuta una sorta di simbolo della lotta di liberazione degli euroscettici inglesi dal ‘giogo’ normativo di Bruxelles. Abbiamo ottenuto quello che nessun altro governo aveva tentato di ottenere, ha esultato il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, nell’occhio del ciclone per i tagli della sua ultima finanziaria, e in particolare per i tagli ai benefici sociali concessi ai disabili, e desideroso di evidenziare un successo. ‘La collera della gente contro la tassa sui tampax è stata fatta udire in modo forte e chiaro’, ha insistito il titolare del Tesoro del governo Cameron. In Italia non c’è nessun referendum e il governo italiano si tiene la tassa senza fiatare. L’unico che ha provato a sollevare la questione, il deputato ex Pd, Pippo Civati. è stato spernacchiato dall’informazione di regime renziana. Attualmente l’Iva sui prodotti igienico-sanitari femminili è al 22% poiché non vengono considerati prodotti essenziali, come il pane, la pasta e i giornali. Un prodotto del quale nessuna donna può fare a meno, qundi oggettivamente essenziale. Ma per il governo Renzi la questione non si pone. Un business non da poco, visto che in questa maniera ogni donna italiana, rispetto a una consumatrice inglese, paga 18 punti percentuali in più di Iva al mese.

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