I cambiamenti climatici e il rialzo delle temperature, abbinati alla mancanza di pioggia, da oltre un anno stanno causando gravi danni alle agricolture. L’acqua è un bene prezioso e la sua scarsità potrebbe avere conseguenze temibili. Ecco perché il governo ha approvato il decreto siccità. Lo scopo è scongiurare razionamenti pesanti, considerando che già da marzo in alcuni Comuni italiani erano scattate delle ordinanze ad hoc per non sprecare acqua. Con il nuovo decreto acqua, è stata approvata anche una cabina di regia per far fronte alla scarsità idrica. La cabina di regia, sarà incardinata presso la presidenza del Consiglio e presieduta dal ministro delle Infrastrutture Salvini. Tra gli obiettivi, c’è anche quello di snellire le procedure di autorizzazione per quanto riguarda l’iter per realizzare le infrastrutture idriche.
Po mai così basso in questo periodo, neve dimezzata sulle montagne e livelli dei laghi ai minimi. Siccità, unito a freddo e gelo anomalo, stanno letteralmente decimando le coltivazioni italiane. Le stesse che erano partite in anticipo quest’anno, grazie all’inverno caldissimo appena trascorso che ha fatto segnare una temperatura di +1,38 gradi al Nord, con il rischio ora per migliaia di agricoltori di perdere i raccolti di un intero anno di lavoro.
Come denuncia Coldiretti, sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord, con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana, dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla celebre “food valley italiana” che rende grande il Made in Italy in tutto il mondo.
Nel 2022 è caduta il 30% di pioggia in meno, con danni all’agricoltura stimati in 6 miliardi. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che – spiega Coldiretti – hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22% del lago di Como al 37% del lago di Garda fino al 44% di quello Maggiore, mentre il livello del Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, proprio come accade in piena estate, con le sponde ridotte a spiagge di sabbia. Per non parlare della neve, sia su arco alpino che appenninico, scarsissima. Tra Lombardia e Piemonte è calata addirittura di oltre il 50% tagliando le riserve idriche per tutta l’estate.
All’assenza di acqua si aggiunge il gelo, tanto che gli agricoltori sono stati costretti ad accendere il fuoco per scaldare le piante nei frutteti, così come ventole e irrigazioni antigelo per salvare i raccolti. I ventilatori antigelo, mescolando gli strati più caldi dell’aria a 14/15 m sopra il terreno con quella più fredda che circonda gli alberi, permettono di creare una barriera protettiva in grado di salvare i piccoli frutti in maturazione. I vaporizzatori d’acqua invece creano una patina sui rami che ghiaccia senza soffocare o bruciare la pianta e proteggendola dal crollo eccessivo delle temperature.
Nello specifico, il decreto siccità introduce specifiche misure volte ad aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e a ridurre dispersioni di acqua che nel nostro Paese sono ingentissime: nel Belpaese sprechiamo 104mila litri di acqua al secondo, che tradotto significa qualcosa come 9 miliardi di litri al giorno. Lungo i 500mila km di rete di acquedotti italiani si perde quasi la metà dell’acqua potabile: il 42% per l’esattezza.
Il decreto siccità varato ora dal Governo prevede anche altre misure, come un regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche che rinvia al modello PNRR l’aumento dei volumi utili degli invasi, la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito, il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo, l’introduzione di semplificazioni nella realizzazione degli impianti di desalinizzazione.
Il governo intende creare una cabina di regia che ha il compito di effettuare entro 30 giorni una ricognizione delle opere e degli interventi più urgenti per far fronte, nel breve termine, alla crisi idrica. Nel caso di ritardi o di altre criticità, la cabina di regia dovrebbe anche poter attivare procedure ad hoc e nominare singoli Commissari.
Il commissario straordinario per la siccità, resterà in carica fino al 31 dicembre 2023 ma sarà un incarico prorogabile. Sempre nel decreto, si parla della possibilità per le Regioni di intervenire per mettere in efficienza gli invasi “attraverso le attività di manutenzione da fanghi e sedimenti”.
Su delega del presidente del Consiglio dei ministri, il Commissario potrà anche intervenire adottando i provvedimenti e dando via libera ai progetti. Invece gli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici e per il contrasto ai fenomeni di scarsità idrica avranno il compito di monitorare le risorse.
Ma non finisce qui. Nel decreto si parla di multe fino a 50mila euro per chi utilizza l’acqua pubblica senza averne l’autorizzazione, o per chi la estrae.
Come si nota, tante sono le novità del decreto acqua approvato dal Consiglio dei ministri. Giorgia Meloni al Tg2 ha dichiarato che da 20 anni l’Italia è vittima di un problema legato alla siccità, e il nuovo governo vuole affrontarlo prima che diventi un’emergenza.
Secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, la crisi idrica ha bisogno di interventi forti:
“Con il decreto sulla siccità approvato in Consiglio dei ministri, il governo sceglie di fronteggiare con tutti gli strumenti possibili questa vera emergenza nazionale”
Ovviamente si spera di poter anche evitare i razionamenti. Il caldo non è ancora arrivato, ma tra poche settimane potrebbe già iniziare a farsi sentire in vista dei mesi ancora più caldi.
Il Commissario potrà essere indicato dal Presidente del Consiglio dei ministri, previa delibera del Consiglio dei ministri e sentito il soggetto inadempiente, per adottare, in via sostitutiva, gli atti o i provvedimenti necessari o di eseguire i progetti.
Come sottolinea il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non basta: l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare.
La mancanza di precipitazioni – continua la Coldiretti – sta condizionando le scelte delle aziende agricole, che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.
Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano e i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Tutti alimenti che costituiscono il nostro cibo quotidiano, e che rischiamo di perdere.