Gli Usa pronti all’intervento in Libia

Scrive il ‘New York Times’  in un’editoriale, che il Pentagono sta intensificando la raccolta di dati di intelligence che serviranno per avviare nelle prossime settimane una campagna militare che dovrebbe comprendere bombardamenti aerei e raid delle forze di elite americane. Ovvero, l’amministrazione Obama sta predisponendo i piani per aprire in Libia il terzo fronte della lotta all’Isis, insieme ad alleati europei tra cui il Regno Unito, la Francia e l’Italia. Si parla nell’editoriale di una significativa escalation nella lotta all’Isis, mettendo in evidenza i rischi di una campagna militare in Libia. Campagna che non può non destare preoccupazioni, visto che un nuovo intervento militare in Libia rappresenterebbe una importante progressione di una guerra che potrebbe facilmente allargarsi ad altri Paesi della regione. Lo scopo primario della campagna sarà quello di creare con i raid aerei una barriera tra i combattenti dell’Isis in Libia e i simpatizzanti ovunque in Nord Africa e nell’Africa subsahariana. Ma i vertici militari Usa si stanno interrogando se quell’obiettivo sia raggiungibile. Infatti, anche se il Pentagono e i suoi alleati riusciranno a bombardare con successo, non c’è certezza sulla presenza di una forza di terra affidabile, in grado di controllare le zone liberate. E ci sono buone ragioni per credere che i raid aerei creeranno alla fine la tentazione di dispiegare truppe di terra per raccogliere dati di intelligence e fornire supporto tecnico alle forze ribelli, come avviene in Iraq e Siria. L’Italia è sempre più dentro un intervento militare in Libia e finora è stata prudente sulla necessità di utilizzare i caccia italiani. L’accordo che il 29 gennaio sarà con ogni probabilità siglato, e che dovrebbe dare un governo libico di Fayez Sarraj nato dalla mediazione Onu, probabilmente darà a Matteo Renzi la possibilità di sostenere azioni militari di concerto con gli americani. Gli Stati Uniti, in verità, sono già intervenuti in Libia, colpendo terroristi con attacchi aerei e non solo. Ma si trattava di interventi sporadici, all’occasione, mentre adesso pare si stia lavorando a qualcosa di più sistematico. Le operazioni degli Usa sono in fase di progettazione, come dicevamo, assieme a Francia, Italia e Gran Bretagna e, secondo alcune fonti, coinvolgerebbe anche i russi, che però negano. Gentiloni ha anche incassato i complimenti di Kerry in merito all’impegno italiano sulla Libia, ribadendo inoltre il ruolo fondamentale del Paese per l’effettiva pacificazione della Libia. Il ministro degli esteri italiano ha detto di auspicare un governo di unità nazionale, con una tempistica che Kerry ha quantificato, affinchè ci sia sul territorio libico un interlocutore forte con il quale interfacciarsi.

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