Gli insulti alla Meloni sulla gravidanza diventano un caso

‘Non mi aspettavo questa enorme rabbia contro una cosa così piccola, che avrei voluto proteggere ma non sono riuscita a difendere. Mi sento in colpa per questo. Per la prima volta non so come reagire perchè è qualcosa più grande di me’, dice Giorgia Meloni, che fa capire come una maternità, quella da lei annunciata nella piazza del Family Day, possa cambiare toni e atteggiamenti di una politica navigata, dura e tagliente perché, continua ‘Devi essere corazzato se vieni da una storia politica come la mia’. Appare spiazzata la leader di Fratelli d’Italia di fronte al mare di ironie, sfottò, sarcasmi, accuse, insulti gravi, e addirittura minacce di morte, per lei e il suo bambino, piovuti sul web, in commenti ai siti, su Twitter, su Facebook da quando sabato ha affermato: ‘Sì, aspetto un bambino’. Io ero felice, ho confidato il mio stato perché la politica a volte ti impone di vivere pubblicamente anche i momenti più intimi e tutti mi chiedevano di spiegare perché tentennavo sulla candidatura per Roma, sottolinea la leader di Fratelli d’Italia. Male le hanno fatto, dopo quelle che già la ferirono quando si augurò che i figli degli eterosessuali non venissero abbandonati dai padri come accadde a lei, e che provenivano da Vladimir Luxuria, che in un tweet ha attaccato nuovamente: ‘Meloni in attesa. Auguri e figli trans!’. Mi ha ma dato molto fastidio lo devo dire, tanto per cambiare, Vladimir Luxuria  che ha fatto il secondo commento cretino in pochi mesi sul mio conto. Il primo lo ha fatto qualche mese fa dicendo che spera che i bambini delle famiglie eterosessuali non vengano abbandonati come ha fatto il padre con la Meloni. Stia tranquilla Luxuria, perché lo amerei lo stesso, bis-tris-quatrisex, ma resterò sempre contraria alle adozioni gay, risponde a stretto giro la Meloni. Fanno male anche le battute di Luciana Littizzetto: ‘La Meloni ha annunciato di aspettare un meloncino. Fa molto ridere che l’abbia detto al Family Day, piazza della famiglia tradizionale, perché lei non è sposata. Ne sono contenta, ma è come andare a un festival vegano e dire di avere appena mangiato una fiorentina al sangue’. Irriverente, stupido e disinformato il commento della Littizzetto perché finge di non ricordare che da ‘pochissimo’ tempo la Meloni ha una relazione con un operatore televisivo. Chissà, forse è livore, perché la stessa Littizzetto ha sì due figli, ma sono ‘in affido’. Ovvero, la Littizzetto non ha mai partorito mettendo al mondo un figlio. Penso male? Non lo so, ma a pensare male, a volte ‘ci si azzecca’, direbbe Di Pietro. Politicamente l’accusa è di ipocrisia, vista la sua battaglia, da non sposata, per la famiglia tradizionale e il suo ‘no’ all’adozione gay: ‘Ma io mica mi ispiro al Medioevo, semplicemente dico che ciascuno ha diritto di unirsi liberamente, ma senza pretese assurde, pensando a se stessi e non al bene dei bambini’. Argomenti non condivisi da molti avversari politici, che però scendono in campo a difenderla. Come il premier Renzi, che le ha inviato un mazzo di rose e lilium, e come la presidente della Camera Laura Boldrini: ‘Non c’è distanza politica che possa legittimare gli insulti a sfondo sessista contro la Meloni’. Altrettanto netta Monica Cirinnà, autrice del ddl sulle unioni civili, che condanna lo stalkeraggio virtuale e le volgarità inaccettabili. Non c’entrano, quindi, destra e sinistra, uomini e donne, gay o etero. C’entra la logica del branco. Giorgia Meloni viene coperta di insulti, la maggior parte dei quali violentissimi e irriferibili, volgari e spesso penosi per chi li fa più che per chi li riceve. Questo non accade solo sul web visto che accade anche a casa, in ufficio e sull’autobus. Bisogna fare caso al fatto che quasi mai chi attacca sa davvero di cosa parla. Lo fa per il gusto di tirare un sasso insieme agli altri perché  il branco si muove così. Viviamo tutti perennemente on line, capaci solo di attenzione parziale, vittime dello sguardo fisso sullo smartphone.

Cocis

 

 

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