Mentre la rottura tra Davide Casaleggio e il M5S sembra avviata verso un punto di non ritorno Giuseppe Conte non convince i parlamentari grillini.

L’ex premier ancora non chiarisce se il nuovo Movimento Cinque Stelle sarà un movimento o un partito: ‘Aprirsi sui territori è fondamentale, serve una struttura light ma comunque se ‘siamo un partito o siamo un Movimento non ci interessa’, l’importante è ‘organizzarci in modo funzionale ai nostri obiettivi’. Quali siano gli obiettivi non è dato sapere. Conte sta ascoltando proposte e suggerimenti dei deputati sulla traccia del questionario inviato a tutti i parlamentari con le cinque domande per la ‘rifondazione’ del M5s.

Riguardo la regola dei due mandati parlamentari,  e il mancato pagamento dei servizi forniti dalla piattaforma Rousseau,  con i parlamentari M5S che di pagare non ne vogliono sapere, il nuovo segretario  ha dribblato la problematica:  ‘Non posso intervenire io su un rapporto consolidato negli anni’.

Il nodo vero è comunque un altro e riguarda la mancanza di un progetto.

Vari esponenti pentastellati sono insofferenti e, in mancanza di idee e progetti, sono  pronti a uscire.

Conte, alla luce di questi comportamenti rischia di   spaccare il Movimento. Molti lo aspettavano come il salvatore della patria ma si sono ritrovati di fronte chi ha bruciato sul nascere la creazione delle associazioni,  quasi fossero correnti. Voleva addirittura vietare da statuto le associazioni, afferma una fonte.  Per il resto non si sa niente. 

Questi malumori, uniti alla rottura con Casaleggio e un’ipotetica nuova scissione portata avanti dai delusi e dagli insofferenti, non sarebbe un bel biglietto da visita per il leader in pectore del nuovo M5S che, come hanno spiegato anche autorevoli politologi, manca ancora totalmente di un’identità chiara.