Un momento dell'operazione della polizia contro la prostituzione nella notte tra il 6 ed il 7 novembre 2010 a Roma. Negli ultimi tre mesi sono dimezzate le prostitute nelle strade di Roma. Questo il bilancio dei controlli antiprostituzione effettuati senza sosta dalla questura di Roma negli ultimi tre mesi. Se la media prima era di circa 100 presenze, con picchi di 150 prostitute, nell'ultimo periodo si e' arrivati a 30 donne. Da un esame dei dati si registra una maggiore concentrazione in molti casi nei giorni centrali della settimana, in particolare tra il giovedi' ed il venerdi'. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Giro di prostituzione in centri massaggi. 10 arresti in Salento

BRIDISI. Un giro di prostituzione nei centri benessere e massaggi gestito da una presunta associazione criminale composta da italiani e cinesi, tra cui anche un docente universitario è la scoperta fatta nel corso di indagini durate almeno due anni dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi nell’ambito delle quali all’alba sono stati eseguiti 10 arresti, otto in carcere e due ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Maurizio Saso su richiesta del Pm Savina Toscani.  E’ un docente di seconda fascia di Matematica e Fisica all’Università del Salento, il professore universitario arrestato insieme ad altre 9 persone in una operazione condotta dai poliziotti della Squadra mobile di Brindisi. Si tratta di Chu Wengchang, detto ‘Vincenzo’, 57 anni, residente a Lecce, a cui viene contestato il ruolo di capo e promotore dell’associazione per delinquere italo-cinese. Secondo l’accusa, adottava tutte le decisioni operative impartendo direttive per la gestione della prostituzione nei centri massaggi di Lecce e Gallipoli. In tutto sono indagate 15 persone. Le accuse sono di aver costituito una presunta associazione per delinquere composta dal almeno quattro articolazioni operative nelle città di Brindisi, Lecce, Gallipoli e Taranto, finalizzata al favoreggiamento, all’ induzione e allo sfruttamento della prostituzione di ragazze di nazionalità cinese poste “in vendita” in diversi centri massaggi e abitazioni private. A quanto accertato dagli investigatori, le donne venivano costrette con violenza a prostituirsi e in caso di rifiuto venivano minacciate. In un caso è stato accertato che alla donna era stata anche paventata l’uccisione di parenti in Cina. Il volume d’affari stimato dagli investigatori è di circa 150mila euro al mese. L’operazione è stata chiamata ‘Peonia rossa’ dal nome di uno dei centri massaggi localizzati dai poliziotti. 

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