Una politica che non riesce a dare risposte ai giovani, a offrire opportunità e che – in cambio – dice vabbè, però fumati una canna, non sarà mai la mia politica”. Giorgia Meloni, intervenendo a Montecitorio alla Giornata mondiale contro le droghe, mette subito in chiaro: “E’ finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse sulla droga. Fin quando ci sarà questo governo è finita la stagione del disinteresse. Il messaggio che vogliamo lanciare oggi è che lo Stato intende fare la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo. E credo che, oggettivamente, non sia tollerabile leggere di bambini che hanno assunto accidentalmente droga o vedere neonati che vengono al mondo in crisi d’astinenza, tenuti su a metadone. Chi dice che va bene così dovrebbe avere un problema di coscienza e noi attueremo una cambio di paradigma”.
Durante la conferenza stampa, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha esposto un cartello con la scritta: “Cannabis: se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafia”. Pronta la risposta di Giorgia Meloni: “Abbiamo visto i risultati delle vostre politiche, ma lei dovrebbe sapere che non sono una persona che si fa intimidire, perché so esattamente cosa sto facendo – ha continuato rivolgendosi al deputato radicale – anche perché proprio voi avete organizzato per anni convegni che nessuno si è mai permesso di bloccare. Dovete accettare che c’è un altro governo eletto dagli italiani per fare esattamente quello che stiamo facendo”.
“Vogliamo superare il silenzio e l’indifferenza, il primo passo è una corretta informazione e la consapevolezza del fenomeno”. Sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “Questa iniziativa testimonia che c’è un mondo che non si rassegna, che oggi vede al suo fianco le istituzioni. Intendiamo ampliare le competenze del dipartimento antidroga, bisognerebbe parlare di dipartimento sulle dipendenze, anche la ludopatia. Va conferita consistenza alle risorse con l’istituzione di un fondo nazionale contro le dipendenze patologiche”.