Giorgia Meloni e la sostituzione del capo dei Servizi segreti, la dimissionaria Elisabetta Belloni

Non ha molto tempo Giorgia Meloni per nominare il prossimo direttore del Dipartimento per le informazioni. Il successore, cioè, di Elisabetta Belloni, che ha lasciato l’incarico di capo dei Servizi segreti dopo attriti con pezzi del governo, che hanno raggiunto l’apice al momento della complessa gestione degli arresti di Muhammad Abedini prima a Malpensa e della giornalista Cecilia Sala poi. Quest’ultima, reporter del Foglio e Chora Media, è stata liberata e rientrata in Italia.

Elisabetta Belloni ha rilasciato delle dichiarazioni a Il Corriere della Sera, le prime dopo la notizia delle sue dimissioni dal vertice dei servizi segreti, il Dis che ha diretto dal 2021. “Gli ultimi mesi di mandato sarebbero stati un vero e proprio stillicidio”, uno dei virgolettati che compaiono nell’articolo. Non ha confermato le voci che la vorrebbero nella Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen.
“Una cosa ci tengo a dirla ed è l’unico motivo che mi fa rompere il riserbo che mi sono imposta in tutti questi mesi: non vado via sbattendo la porta”. Ha 66 anni, ha collaborato al governo Berlusconi II e al governo Renzi, è stata segretaria generale del ministero degli Esteri, cioè il ruolo diplomatico più importante dell’ordinamento italiano tra il 2016 e il 2021 con i ministri Gentiloni, Moavero Milanesi e Di Maio. È stata anche “sherpa” per il G7 e il G20 del 2024 mentre l’Italia deteneva l’incarico di presidenza di turno del G7.

Belloni ha presentato le dimissioni a dicembre, il suo incarico finirà il 15 gennaio. “Sarei tornata sulla graticola”, ha commentato lei che è stata più volte coinvolta negli avvicendamenti della politica in questi ultimi anni: dalla Presidenza del Consiglio a quella della Repubblica al ministero per il PNRR. A proposito dei rapporti con il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha commentato: “Io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d’accordo con tutti. Purché questo non metta in discussione i risultati, come infatti non è avvenuto”.

“Però a maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare. E ne ho parlato con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano. È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni”.

Non ha tempo la premier, perché in un momento in cui i Servizi devono gestire dossier delicatissimi, lasciarli senza il vertice non è opportuno. E così sceglierà a brevissimo. Il prossimo Consiglio dei ministri c’èstato giovedì alle 18. Ma la nomina del capo del Dis non deve passare per la riunione del governo: è una nomina del presidente del Consiglio, che deve solo informare subito dopo il presidente del Copasir.

Chi sarà il successore di Elisabetta Belloni? Le opzioni sono varie, ma il nome che prende maggiormente quota nelle ultime ore è uno dei primi trapelati: quello di Bruno Valensise, attuale vertice dell’Aisi, il servizio di sicurezza interno. I dubbi che c’erano inizialmente – la sua nomina avrebbe lasciato scoperto il posto all’Aisi – sono stati mitigati dall’idea di mettere ai servizi interni Mario Cinque, che il sottosegretario Alfredo Mantovano avrebbe voluto alla guida dei Carabinieri. In quel caso ebbe la meglio il nome voluto dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Ed era il nome di Salvatore Luongo. Questa volta, invece, potrebbe spuntarla Mantovano. Che così avrebbe ai Servizi, sui quali ha la delega, un nome a lui molto gradito.

Allo stato, però, non possono essere escluse altre opzioni. Una è quella di un profilo esterno ai Servizi, di modo da non causare movimenti nell’apparato. In questo scenario, avanza il nome di Andrea De Gennaro, vertice della Finanza. L’opzione Francesco Paolo Figliuolo – il cui profilo era e resta molto stimato dal governo – sembra perdere quota, almeno per il momento: l’ex supercommissario per il Covid è entrato nei Servizi da poco. Prima ha coperto incarichi prestigiosi nel campo delle emergenze e della logistica.

Altri nomi che si fanno vengono dalla Polizia: quella, ad esempio, del vicecapo Vittorio Rizzi. Un’altra ipotesi riguarda il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, impegnato in questi mesi con la gestione della sicurezza del Giubileo. Le carte, in ogni caso, saranno scoperte a breve. Quello che pare certo è che la premier deciderà sola, con il supporto di Mantovano. Poco spazio sarà lasciato alle posizioni degli alleati.

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